Cinque Grandi Verità su Mario Balotelli

Molti giocatori dell’Inter (capitan Zanetti in testa) sono definitivamente crollati, infastiditi anche dal troppo parlare di Milan da parte di Mario. Dichiarazioni di tifo che ieri hanno oltre tutto alimentato una voce (che non ha trovato conferme) secondo cui il baby nerazzurro sarebbe entrato nello spogliatoio di Appiano cantando l’inno dei rossoneri e invitando goliardicamente i compagni a prendere atto della rimonta quasi completata della banda Leonardo“.
(Gazzetta dello Sport, 16 marzo 2010)

italiagermania1) Balotelli è potenzialmente fortissimo, e chi lo nega farebbe forse meglio a dedicarsi ad attività più proficue, ad esempio la canasta a tre mazzi. Ha dato prova di esserlo persino nel suo 2012 piuttosto umbratile. Lasciamo stare la famosa prestazione contro la Germania, troppo eccezionale per pretendere di essere normale; lo ha dimostrato per esempio in Nazionale, in una partita tutt’altro che facile come quella giocata proprio a San Siro contro la Danimarca, dove ha magnificamente retto da solo tutto il peso dell’attacco nel secondo tempo giocato in 10. Lo ha dimostrato nelle piccole cose che tutte insieme fanno la differenza, come l’assist da terra per Aguero per il gol che ha dato il titolo al Manchester City all’ultimo minuto dell’ultima giornata, con tutta la pressione del mondo addosso. Lo dimostra a ogni sassata scagliata da 30 metri con assoluta nonchalance; lo lascia puntualmente intendere tutte le volte in cui scende in campo di buzzo buono, ancora non molte ma sufficienti per fargli segnare 17 gol in 32 partite l’anno scorso, nel supposto “campionato più difficile del mondo”. Come dite, solo dettagli? Oh beh, sapete come si dice – il Diavolo è nei dettagli.

narghile 2) Balotelli è un pericolo per la sicurezza nazionale, e chi lo nega ecc. ecc. A differenza di quanto accaduto in passato a suoi colleghi più celebrati (da Totti in giù), la paternità non sembra ancora averlo migliorato, anche perché la controparte non è esattamente Audrey Hepburn. L’impressione fortissima è che sia più che altro uno stupidone, capace di gesti disarmanti ma del tutto inconsapevoli, come quella volta che stava rischiando di appiccare il fuoco alla casa con le miccette. Aspettando fiduciosi una crescita che prima o poi dovrà arrivare se non altro per ragioni biologiche, qui ci appelliamo perciò al proverbiale regolamento interno dell’Associazione Calcio Milan, società che storicamente dispone di media compiacenti e di un sistema di “filtraggio” che in passato ha fatto calare l’oblio sulle prodezze extra-sportive di tante sue teste calde, da Gullit a Ronaldinho passando per Coco, le cui mirabolanti avventure notturne divennero di dominio pubblico solamente dopo aver vestito il nerazzurro. In altre parole: Alfonso Signorini, invece di far pedinare giudici e magistrati, renditi utile una volta nella vita.

raiola3) Balotelli è giovane (22 anni) e il suo acquisto ci pare ineccepibile, soprattutto nelle ottime modalità di pagamento strappate agli sceicchi: 20 milioni di euro spalmati in 5 anni, con rate di 4 milioni l’una. Dunque, anche se da queste pagine non sono mai mancati gli strali e le lamentele contro la proprietà, non bisogna avere paura di scriverlo: è una mossa che fa seguire dei fatti alle parole, parole, parole delle scorse settimane, puntellate fin qui dal solo acquisto a giugno di Saponara (comunque ottimo). Se vi sembra poco, considerate che dall’altro lato del Naviglio, dopo aver assunto a marzo un imberbe allenatore che aveva fatto mirabilie coi ragazzini e avere in estate sposato la linea verde insieme a lui, a gennaio hanno comprato come unico rinforzo il Giovane Rocchi e gli stanno togliendo di mezzo, in prestito o per sempre, tutti i pargoli più promettenti: Duncan, Bessa, Livaja, Coutinho.

whyalwaysme 4) Balotelli è un leader, o almeno ha tutte le carte in regola per diventarlo. Se in quel momento la testa non sta vagando per remote costellazioni del cosmo, è già sua abitudine non fallire quasi mai una partita importante, a cominciare dalla prima finale da titolare della sua carriera – quella di FA Cup 2011 contro lo Stoke – conclusa stringendo in mano il premio di Man Of The Match. La sua debordante autostima lo porta a ritenersi il migliore al mondo dopo Messi e a prendere decisioni quantomeno sopra le righe, come quella di preparare una t-shirt ad hoc (la famosa “Why Always Me?”) prima di scendere in campo all’Old Trafford, sicuro di segnare e di mostrarla alle telecamere – cosa che realmente accade, e per ben due volte. La sua freddezza, inquietante per un ventenne, lo porta a non aver mai sbagliato in carriera un calcio di rigore, alcuni dei quali non esattamente tirati a cuor leggero: agli Europei contro il “suo” portiere Hart o al 95′ di un delicatissimo City-Tottenham, che si è rivelato decisivo per il titolo 2012.

magliamilan 5) Balotelli è nostro, e quindi perdonateci i troppi eccessi e svolazzi con la fantasia. In un momento il cui il calcio italiano è dominato da una squadra in cui Giovinco è titolare fisso (e ripetiamo: Giovinco), seguita da un’altra il cui unico fuoriclasse in estate farà probabilmente le valigie direzione City, basta poco per sognare di tornare ai livelli che ci competono. E un tridente da 60 anni totali che comprende i due attaccanti titolari della Nazionale non ci sembra pochissimo.

(E se ancora non vi basta, accludiamo passi scelti dalla discussione che in queste ore si sta svolgendo su un noto forum nerazzurro.

Non c’è nulla da meravigliarsi si è sempre saputo che era una ***** milanista

Gli auguro di fratturarsi entrambe la gambe e il bacino…e al suo procuratore auguro un infarto (benevolo) da eccesso di porchetta

Chi butta la maglia dell’Inter a terra, può andarsene affankulo, con libertà di scelta del dove. Di Balotelli al Milan frega proprio niente, l’ho cancellato dalla storia dell’Inter

Tanto non si infortunerà mai perché in campo non dà nulla, quindi è anche inutile sperare

se il BBlan non gli mette due guardie del corpo/tutor/chiamatelicomecaxxovolete che lo seguono 24h su 24 impedendogli anche d’andare in bagno senza il loro permesso il mononeurone rimesso nell’ambiente milanese fa una brutta fine……. perchè se è vero solo il 10% delle voci che giravano su di lui l’ultimo dei suoi problemi sono gli interisti incaxxati

Buon divertimento.)

Pubblicato da Giuseppe Pastore

Pugliese, classe 1985, milanista di ferro. Prima partita di cui ho memoria: Milan-Barcellona 4-0. Ammetterete che poteva andarmi peggio. Qui sotto i miei contatti.

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