Torino-Milan: le Pagelle Che Non Lo Erano

Non abbiamo preso in considerazione i noti roditori perché rosicano, né per la nota facilità riproduttiva, perché la sterilità dei nostri ha del ridicolo: stavolta le occasioni per segnare ci sono state, ma quella che si è vista è sembrata una deliberata intenzione di non mettere al mondo dei gol. L’altro aspetto, invece, quello dell’indole non proprio coraggiosa, ha fatto la fortuna di un Toro che, inebetito per un’ora, più che caricare a testa bassa ha semplicemente soffiato. E tanto è bastato per causare il panico nella conigliera.
Donnarumma – NERVOSETTO di PETS
Il preallarme lo dà allo scadere del primo tempo, quando dopo aver assistito alla bellezza di zero tiri in porta e zero tiri fuori della porta dei nostri avversari, improvvisamente va a funghi su un attacco di Belotti lasciando la porta sguarnita. Anche prima dei gol, su un paio di tiri sembra avere i guanti di lana – finché non viene sorpreso dalla mina di Belotti. Ieri sera avremmo vinto sia a centravanti invertiti che a portieri invertiti. In questo inizio di campionato era stata la nostra unica certezza. Perfetto.
Calabria – HARVEY
Come l’enorme, invisibile amico di James Stewart nel grazioso film degli anni ’50, è una compagnia piacevole per chi riesce a vederlo. Ola Aina fa quello che vuole sulla sua fascia.
Musacchio – FRANK di DONNIE DARKO
Grosso e gramo, controlla i morti del Torino fino a quando non decide che l’universo alternativo in cui i morti siamo noi è molto più affascinante e cinematografico.
Romagnoli – MOSCARDO de LA COLLINA DEI CONIGLI
Il leader carismatico del classico di Richard Adams giocherebbe anche una buona partita – con la perla di un ribaltamento di fronte sciupato da Piatek – ma è difficile togliersi dagli occhi il momento in cui, mentre siamo comodamente in vantaggio sull’uno a zero, invita Donnarumma a rallentare ulteriormente il gioco.
Theo – CONIGLIETTO DURACELL
Un dinamismo che dopo anni di Rodriguez non pensavamo nemmeno più possibile. Difende decentemente e si trova bene con Leao; unica pecca, non fa mai la scelta giusta quando trova spazio in avanti. Nel primo tempo, nella fase di assoluto controllo della partita, perde tempo su una rimessa in gioco e ottiene il controfallo. E questo è un po’ deprimente.
Bennacer – JUDY HOPPS di ZOOTROPOLIS
La coniglietta sa il fatto suo, per un’ora riesce a far girare attorno a sé tutti i bestioni dello zoo milanista. Forse però manca un compagno di reparto furbo con cui intendersi.
Kessié – ROGER RABBIT
Gioca una partita che ci fa sentire burrose come Jessica Rabbit, poi alla fine fa un numero straordinario in area – aggancio, controllo, evita il difensore e, proprio come avrebbe fatto Roger Rabbit, la spara nello spazio perché è la cosa più cartoonesca che potesse fare in quel momento.
Calhanoglu – PETER RABBIT di BEATRIX POTTER
Teneroso.
Suso – TAPPO di WINNIE POOH
Gioca un’ottima partita difensiva quando capisce che Calabria sta affondando, ma colpisce vederlo trasformato in un comprimario pignolo e noioso, senza mai un guizzo.
Leao – IL LOGO DI PLAYBOY
Sexy e conturbante: eccita De Silvestri in occasione del rigore, costringe Sirigu a fare cosacce con la mano, si propone sinuoso anche se forse un po’ troppo autoerotico.
Piatek – CONIGLIO PASQUALE
Non è la sua stagione. Anche se è il nostro capocannoniere, grazie a un rigore tirato molto bene (anche se a rubare l’occhio è la contorta rincorsa). Si occupa delle sorprese: sbaglia gol in modi sempre diversi che ogni volta ci strappano un “Oooh!” di puro candore infantile.
Bonaventura – BIANCONIGLIO
Entra, e la partita diventa un incubo psichedelico.
Rebic – BUGS BUNNY
Quello che davanti alle sventure altrui, contempla serafico mangiandosi una carota.

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