Le Pagelle Che Non Lo Erano: Milan-Palermo 0-2

Di sconfitte clamorose ne sappiamo qualcosa, e molte ci sono costate ben più di questa. Ma Milan-Palermo si staglia come sconfitta concettuale: è la constatazione della irrimediabile miseria dei singoli giocatori in campo, dell’allenatore, della dirigenza, del presunto progetto, in uno stadio quasi vuoto. Insomma, una convention di flop.

Diego Lopez – Alitalia. Il buco di due gol in bilancio è certamente colpa di chi occupa le posizioni di maggiori responsabilità – però quelle volte in cui prende il volo è lungi dall’essere confortevole.
Abate – Sembra l’ONU: anche con le migliori intenzioni, non risolve nessuna situazione né davanti né dietro. 
De Sciglio – Come Italia.it, il fantasmagorico portale magnificato da Rutelli, non importa quale sia il suo valore economico: è privo di utilità nonché fonte di imbarazzo.
Rami – Alex l’ariete. Dovrebbe rappresentare un baluardo. Assurge a balordo.
Zapata – Linea Maginot. Ovvero, quella cosa che il nemico guarda con un sorriso, prima di entrare a suo piacimento.
Poli – Potremmo rimanere a guardarlo per ore senza capire, come succedeva con quell’esimio programma con Massimo Lopez e Tullio Solenghi, Max & Tux
De Jong – Pare il generale Custer a Little Big Horn: non respinge i nemici, non suona la carica, sbaglia gli appoggi più lunghi di un metro, si incarica pomposamente di una punizione che tira nella pancia della barriera.
Saponara – Muoversi si muove, cosa che del resto si poteva dire anche per la Fiat Stilo.
Honda – Ricorda la Brescia-Bergamo-Milano, per gli amici Brebemi: non serve a nulla. Ma a nulla. No, nulla. Veramente nulla. Davvero, nulla. Non state lì a pensare che forse – no, no. Proprio a nulla, nulla, nulla, nulla, nulla.
Menez – Signore e signori, Chernobyl. Una catastrofe completa, che non dà scampo e distrugge ogni cosa attorno a sé. Difficile ricordare una prestazione così miserabile da parte di un giocatore in rossonero: forse persino Javi Moreno avrebbe dato un contributo maggiore.
Torres – Il Titanic. Non affonda solo per colpa sua, ma sta di fatto che ci ritroviamo a contemplare un pesantissimo relitto di giocatore.
El Shaarawy – Caporetto. Perché si rivela inadatto alle battaglie. Per quanto sia suo l’unico tiro decoroso del secondo tempo, è inutile contare su di lui per ribaltare le partite – e non erano le armate del Kaiser: era il Palermo.
Pazzini – Fermare il Declino. Sì, come no.

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