Milan-Spezia – Le Pagelle Che Non Lo Erano

Se volete la verità, queste Pagelle Senza Voti dovevano essere dedicate all’ottantesimo anniversario della nascita di una leggenda dello sport: Mohammed Alì. A fine partita, abbiamo dovuto ripiegare su qualcosa di meno leggendario, e più farsesco – anche se non mancano le parti drammatiche: il sessantesimo anniversario della nascita di Jim Carrey. Perché oggi, qualunque sia la vostra opinione sulla partita, come milanisti ci sentiamo a tutti gli effetti scemi, e più scemi.
 
Maignan – THE TRUMAN SHOW
Probabilmente a un certo punto inizia ad avere il sospetto di essere su una candid camera di complessità elevatissima, perché gli arrivano spezzini da tutte le parti come per vedere come reagirà. Tiene finché può, ma gli avversari saltano i nostri bastioni troppo facilmente, e troppo spesso arrivano al tiro spensieratamente. E così, buon pomeriggio, buonasera, e buonanotte.
Florenzi – ACE VENTURA, L’ACCHIAPPANIMALI
I fans apprezzano la vivacità della sua interpretazione, ma tra lui e Saelemaekers, la fascia destra diventa un film senza capo né coda: è quasi fatale che il gol del pareggio venga da lì, quando un piccione albino vola via indisturbato.
Kalulu – THE MASK: DA ZERO A MITO
Con rapidità incredibile è stato promosso da caporale a colonnello, ma dopo un buon inizio paga un dazio molto severo in una partita in cui il resto della squadra non si cura troppo di proteggere i suoi ragazzini (come era successo, per esempio, con la Roma). L’ammonizione a metà primo tempo probabilmente condiziona alcuni dei suoi interventi morbidissimi nella ripresa, nonché il modo in cui, persa la maschera della sicurezza, si fa saltare sul contropiede finale .
Gabbia – NUMBER 23
Nel film, il protagonista inizia a vedere il numero della maglia di Tomori dappertutto, e sclera completamente. Possiamo capirlo. In realtà il nostro giovanottone sa di avere dei limiti, cerca di giocare una partita attenta, ma a un certo punto l’intera nostra difesa collassa – soprattutto per gli attacchi dalle fasce, va detto. Umile opinione: non ha nemmeno tanto senso fargli processi, quel tipo di gol da mancanza di copertura lo abbiamo preso anche coi tre centrali titolari.
TheoHernandez – SE TI MORDO…SEI MIO
Nessuno l’ha visto. Magari è apparso su Italia Uno in qualche serata in cui non erano disponibili Howard il Papero o Panarea. Le recensioni raccontano di qualche sgroppata sulla fascia dalla quale non ricava nulla che impensierisca davvero gli avversari. Anche lui entra nell’affollato club dei nostri sbagliatori di rigori. Certo, bastavano cinque centimetri ed era dentro – ma non se lo meritava. In ogni caso, segniamo pochi secondi dopo, è stato persino fortunato a sbagliarlo. Poi, sugli altri calci piazzati, non è precisamente uno spettacolo per cinefili.
Krunic – IL ROMPISCATOLE
Pioli lo incarica soprattutto di fare a sportellate con i centrocampisti avversari, e raramente si concede altri tipi di giocata; da un suo recupero (per alcuni, sospetto) nasce il nostro primo gol. Nel secondo tempo sia lui che Bakayoko vengono travolti dalla velocità degli avversari.
Bakayoko – BATMAN FOREVER
Nella parte de L’enigmista, si applica per confondere avversari e compagni in egual misura. Inverte prontamente la sensazione di crescita data nelle ultime partite – d’altra parte, alcune toppe le metteva Tonali che correva per sei.
Saelemaekers – SCEMO E + SCEMO
Non saltate alle conclusioni, il motivo principale è il suo taglio di capelli (che comunque, non mette certo soggezione ai difensori). La sensazione è che vada sul pallone sempre con la testa molto ma molto leggera: ha avuto diverse occasioni in cui un vero serpente a sonagli avrebbe colpito in modo letale. Ma visto il film che abbiamo chiamato in causa, il pensiero va immancabilmente a Castillejo. Se proprio andava sostituito, siamo sicuri che quindici minuti di aperta demenza non avrebbero sconcertato lo Spezia?
Ibrahimovic – LEMONY SNICKET: UNA SERIE DI SFORTUNATI EVENTI
Tutt’altro che brillante, ma anche tutt’altro che fortunato: Provedel si supera soprattutto sulle sue conclusioni, con i suoi stupidi piedi o con la punta delle dita a tempo quasi scaduto (con l’aiuto dell’immancabile traversa). Incredibile che con tutti i calci d’angolo che abbiamo avuto, solo alla fine i nostri palloni abbiano trovato la sua testa.
BrahimDiaz – BUGIARDO BUGIARDO
Bra, bro, dicci la verità: ti è davvero passato il Covid? Non è che in quel fisichino da aeroplanino di carta il virus si è trovato così bene che ha invitato tutta la famiglia di varianti? Ogni volta che incontra il pallone, quello che rotola via è il nostro numero 10: in una serata con più di venti tiri verso la porta, è curioso che lui praticamente manchi dall’elenco. Non è ancora in condizione, diminuisce il nostro impatto in attacco, rallenta il gioco. Spiace per il giudizio molto severo, è ovvio che non è colpa sua se caviamo zero punti da questa partita. Però la severità ha un motivo preciso: bisogna intervenire adesso per recuperarlo, perché è in caduta a vite.
Leao – UNA SETTIMANA DA DIO
In questi giorni è stato semplicemente devastante per le difese: anche contro lo Spezia un gol, un rigore procurato, alcune occasioni limpide (uno dei miracoli di Provedel è su di lui). Pioli lo toglie negli ultimi 10 minuti: la maggior parte di noi non lo avrebbe fatto, ma è anche vero che Rebic che prende il suo posto trova lo spunto per il gol della vittoria. Oh, ehm, ops.
Messias – SE MI LASCI TI CANCELLO
Per non soffrire troppo vorremmo far rimuovere il fischio dell’arbitro che gli nega il gol (pregevole, tra l’altro). Non entra in partita col piglio del leader – potrebbe, del resto? – e pasticcia un po’, ma bisogna riconoscere che col suo ingresso ricominciamo a tirare verso la porta avversaria.
Calabria – SCOMMESSA CON LA MORTE
Di ritorno dal camposanto, Davidino cerca di mettere pressione ai tignosi avversari, ma quelli non si scompongono – e alla fine non fa meglio di Florenzi: il suo ultimo pressing lascia scoperta la fascia destra, e ancora una volta è da lì che arriva la palla in mezzo che ci uccide – scommessa persa.
Giroud – MAN ON THE MOON
La storia di un uomo che non viene del tutto capito dai suoi contemporanei: se non abbiamo contato male, riceve una sola palla alta, e così addosso a Provedel da consentirgli di anticiparlo in uscita. C’è anche da dire che con il suo ingresso i difensori avversari hanno qualcuno di cui preoccuparsi e questo scatena Ibrahimovic, che conclude a rete tre volte negli ultimi cinque minuti. Forse la partita doveva cominciarla lui, anche se nelle gambe aveva i 120 minuti di giovedì sera. Ma chi lo sa: quando si perde così, è tutto un fiorire di “forse”.
Rebic – IL GRINCH
Gli hanno rubato il Natale, e passi – ma l’arbitro gli ruba anche la cosa migliore che aveva fatto, cioè l’assist in precario equilibrio per Messias. Anche se dopo il suo ingresso in campo abbiamo perso, ha avuto un buon impatto sulla partita. Ok, è abbastanza comico da dire, ma dicono che la comicità abbia questi meccanismi spiazzanti. E ve lo assicuriamo: oggi qualcuno sta ridendo sguaiatamente.

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