Milan-Roma 1-3: le Pagelle Che Non Lo Erano

Torniamo alla vecchia abitudine di omaggiare la città della squadra avversaria. E del resto la prestazione dei rossoneri contro la Roma evoca in tutti noi la grandezza degli imperatori romani. nerone

Donnarumma – TRAIANO
Esattamente come il leggendario Optimum Princeps, si batte per aiutare i poveri – soprattutto, i poveri imbecilli che gli gironzolano davanti.
De Sciglio – GIUSTINIANO
Ovvero, quello che si perde gli Egizi: sia Salah che El Shaarawy; quest’ultimo in particolare – che come tutti sanno è troppo scarso per giocare con noi – gli va via praticamente sempre. Di lui ricordiamo un bel cross per Honda, a dimostrazione che le cose migliori dei nostri difensori non avvengono mai nella nostra difesa.
Alex – CARACALLA
L’uomo delle terme (che peraltro inaugurò incomplete) (e a dirla tutta, non era stato nemmeno lui a farle costruire, ma Settimio Severo) (e diciamole, ste cose) ebbe la brillante idea di far uccidere il fratello della sua guardia del corpo. La quale inevitabilmente si rifece sul corpo medesimo. Ecco, l’intera partita dell’Uomo Che Segnava Alle Grandi è costellata di errori stupidi e suicidi, commessi con una superficialità sconfortante. Ma che c’hai dentr’aa capoccia, ‘a cassetta dell’elemosina?
Mexes – MESSALINA
Si fa infilare voluttuosamente da chiunque passi dalle sue parti. Però siamo contenti abbia giocato, ci era mancata la gag stupidona e sessista di associarlo a una figura femminile.
Romagnoli – ELIOGABALO
Uno degli imperatori più scardinati in assoluto: una delle cose tutto sommato più gentili che si dicono su di lui fu che per motivi religiosi fantasticasse di castrarsi, ma senza mai trovare il coraggio. Improvvisato terzino pur di far giocare centrali i due baluardi che sapete, il futuro Baresi non riesce a trovare il coraggio per niente in assoluto. In questi giorni ha dichiarato di voler terminare la carriera alla Lazio. Ci faccia sapere se vuole anche iniziarla.
Bertolacci – VESPASIANO
Va beh, dai, questa ve la aspettavate.
Kucka – GIULIANO L’APOSTATA
Sapendo che non avete fatto il classico – d’altronde, neanche noi – precisiamo che non è un errore, non volevamo scrivere “la prostata” (però non possiamo negare di averci pensato): “apostata” sta per “traditore”, e non possiamo far altro che constatare che Kuco nel finale di stagione ha tradito le nostre aspettative gladiatorie.
Locatelli – CARINO
Non abbiamo idea di chi fosse, ovviamente: lo abbiamo scelto per il nome (…faceva simpatia anche Cloro). E di Locatelli, oggi, possiamo dire lo stesso: non abbiamo idea di chi sia, non si è visto granché in campo se non in un paio di giocate. Ma non gliene faremo una colpa, come potete facilmente dedurre dall’imperatore che gli abbiamo accostato.
Honda – MASSENZIO
Detto “L’usurpatore”. Quest’anno, a tratti, ci siamo illusi che per l’impegno che ci metteva si stesse guadagnando se non il numero 10, almeno il 5×2. La cosa che esaspera è che almeno tre volte si fa trovare al posto giusto per colpire, cosa che ai suoi compagni frombolieri non capita altrettanto spesso.
Balotelli – NERONE
Ehm.
Bacca – COMMODO
Le cronache narrano di lui un sacco di episodi aberranti, ma ne scegliamo uno che, ci perdonino gli animalisti, lo è meno di altri: il suo gioco preferito era accoppare gli struzzi decapitandoli. La rete che mette a segno lo porta sempre più in alto in classifica marcatori, ma il suo gol assomiglia moltissimo, per difficoltà e audacia, al tagliare il collo a uno struzzo. Siamo tra quelli che lo hanno difeso tutto l’anno. Ma questa sera non ci aiuta a difenderlo. Per cui, siccome non ce ne viene in tasca nulla, non lo faremo affatto.
Luiz Adriano – POSTUMO
Che è la cosa migliore che riusciamo a dire di lui.
Bonaventura – ROMOLO AUGUSTOLO
L’ultimo imperatore. Solo per questa caratteristica, e non per il carattere lo accostiamo al giovanissimo e inconsistente ragazzo che regnò per dieci mesi: per il fatto che in lui si vede ancora qualche vampata che ricorda che un tempo il colore rosso e il colore nero dominavano il mondo. Coerente in tal senso la perdurante iniziativa di presentarci con maglie sempre meno riconducibili a quelle rossonere – complimenti ai responsabili del marketing, toglieteci pure questo. Grazie e godetevi i soldi che vi danno.
Calabria – QUINTILLO
Fu imperatore per venti giorni – dopo che il Senato lo ebbe eletto, fece sapere che stava scherzando e stabilì che Aureliano era una scelta molto migliore. Quintillo ne fu un po’ stizzito, ma a quanto pare i suoi stessi familiari gli consigliarono di lasciar perdere e di togliersi dai piedi, perché proprio non era roba per lui. Per far vedere che comunque lui aveva sangue nelle vene, se ne fece aprire una, e morì dissanguato. Ora, quest’altra bella storia di imperatori svitati, come ci porta al ragazzo Calabria? Probabilmente con un colpetto di teatro tipo Oroscopo di Brezsny – nel nostro caso, l’Oroscopo di Czesny. Che ci dice che Calabria ha esattamente l’autostima di uno che appena entrato si fa buggerare dal primo Emerson Palmieri che passa. Continuiamo a sperare che Donnarumma lo prenda sotto la sua ala protettrice e faccia di lui un uomo. Prima che diventi un De Sciglio.

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