Milan-Napoli 0-0: le Pagelle Che Non Lo Erano

Donnarumma – ETNA
Sempre caldo, come il ragazzo più alto d’Europa. Altro clean sheet: speriamo stia puntando alla colata del 1991-92, con quei 473 giorni passati a eruttare senza ritegno.
Calabria – STROMBOLI
Molto attivo dietro su Insigne ma davanti le sue colate sono prevedibili: scendono sempre e solo a nord-ovest e da quella fascia non viene mai un pericolo per la popolazione avversaria.
Musacchio – TAMBORA
Ha di fronte uno degli attacchi più esplosivi del campionato eppure non solo li blocca con un tappo lavico, ma si ritrova pure la palla che potrebbe causare un anno di gravi anomalie climatiche, perlomeno in Campania. Purtroppo Ospina respinge sulla linea la sua pregevole sforbiciata di tibia.
Romagnoli – LA PELEE
Milik e, sui tanti calci d’angolo concessi, Koulibaly spariscono in un cratere.
Rodriguez – POPOCATEPETL
Uno dei vulcani più attivi del Messico e quindi, messicanamente, non è che sia tutto ‘sto fervore esplosivo: più che altro butta fumo, ceneri, palloni un po’ confusi in avanti quando deve sbrogliare situazioni complicate ogni volta che la squadra torna ad accusare la retropassaggite. Un’attività moderata ma costante. Oppure, se vedete il bicchiere mezzo vuoto, un’attività costante, ma moderata.
Bakayoko – MARSILI
Enorme e sommerso, se ne sta nel Tirreno a ruminare magma senza causare tsunami di alcun tipo.
Kessié – VULCANELLO
Uno dei vulcani dell’isola vulcanica chiamata Vulcano. Questo per dire che sappiamo che non possiamo aspettarci inventiva – però quei piedi causano eventi sismici a ogni pallone che toccano, ed è un peccato perché nessuno dei nostri riesce a sganciarsi in avanti con la sua facilità. Se solo qualcuno lo mettesse a sistemare un po’ i fondamentali; non dovrebbe essere necessaria un’era geologica. O perlomeno, non una di quelle lunghe.
Paquetà – EYJAFJALLAJÖKULL
Tende a sollevare un po’ troppa polvere, come il famoso vulcano islandese che mise in scacco il Barcellona nel 2010 ma il cui nome è troppo difficile da ripetere ossessivamente rispetto a “nebbia di Belgradoooh”. Il giocatore c’è ma va in pulviscolo quando bisogna andare al dunque, per esempio a fine primo tempo quando si arrende facilmente in un contropiede che pareva ben caldo.
Suso – PANAREA
Considerato quiescente, e si vede. Tranne nel secondo tempo quando fa da perno per invitare al cross compagni meno dotati. Proprio come un pregevole film ambientato a Panarea ha fatto da ispirazione per tutta la programmazione di Italia Uno negli ultimi 15 anni.
Calhanoglu – NISHINOSHIMA
Vulcano giapponese tabagista – fuma un casino. Piuttosto fumoso anche lui, anche se la partita lo costringe a prendersi più responsabilità degli altri davanti e a sbattersi dietro.
Cutrone – MONTE AMIATA
Spento. Emette giusto un po’ di vapore geotermico. Ma a chi di noi non capita?
Borini – MONTE FATO
Il vulcano del Signore degli Anelli. In effetti, come la sua prestazione, è del tutto immaginario.
Piatek – KRAKATOA
Entra e comincia a buttare lapilli: peccato sia tardi, perché alla sua entrata ci è parso di sentire qualcosa di simile a quello stesso boato che il collega indonesiano fece sentire nel 1883, e si udì a oltre 5000 km di distanza: pare sia stato il rumore più forte mai sentito dall’uomo. Se poi nei prossimi mesi dovesse segnare a un paio di squadre che sappiamo noi, quel rumore verrà facilmente superato.

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