Milan-Crotone 4-0: le Pagelle Che Non Lo Erano

L’Italia anche questa settimana è dietro a una squadra indegna della sua prima posizione in classifica nonché indegnissima della grandezza stragrande dei suoi immensi, strafavoriti inseguitori. E nello stesso tempo l’Italia questa settimana è anche una grande zona gialla, quindi per senso di responsabilità la squadra che si trova in vetta (immeritatamente, fortunosamente e grazie al perfido e smaccato sostegno dei Poteri Forti) è tenuta ad adeguarsi: i giudizi per i suoi giocatori nella partita di ieri saranno rigorosamente ispirati dal giallo, colore primario, non percepibile dai ragni, i calamari, i conigli e dai ratti. Affascinante, vero?
 
Donnarumma – YELLOW SUBMARINE
Se ne sta sommerso quasi tutta la partita, impensierito solo nel primo tempo dai coraggiosi tentativi di un Crotone incompleto. Poi, proprio come fosse uno di noi a casa, inizia a sorridere e forse pure a canticchiare nel momento in cui, davanti a lui, the band begins to play.
Calabria – CANARINO
Incontenibile: cinguetta, svolazza, segna (cioè: segnerebbe), recupera. Essendo diffidato, si fa anche mettere in gabbia volontariamente per la prossima partita.
Romagnoli – YELLOW dei COLDPLAY
Per lui in particolare il giallo non è un colore, è uno stato d’animo, è un traguardo, e infatti corona una partita autorevole prendendo un cartellino giallo a dieci minuti dalla fine di una partita che sta vincendo 4-0. Noi non possiamo capire: il giallo è dentro di lui.
Tomori – LIMONE
L’agrume in questione evoca storicamente una pratica comune tra i giovani – beh, non solo – che sottintende, diciamo così, una certa piacevole attrazione. Con lui è stato limone a prima vista, ed è difficile negare che in tutti i milanisti cresce la voglia di allungare le mani su di lui – in senso contrattuale, naturalmente.
TheoHernandez – CAMEMBERT
Come un fromage, si fa annunciare dall’odore – sia detto con rispetto: nell’azione del primo gol i difensori lo percepiscono, più che vederlo, e in quella del raddoppio non lo vedono proprio. Per una volta, importante anche senza strafare.
Meité – MIMOSA
Sta a vedere che inizia a sbocciare. Timidamente all’inizio, poi prende sempre più confidenza. Non sarebbe male se in vista dei primi di marzo fosse in piena fioritura.
Kessié – ZOLFO
Ci mette un po’, forse perché ha bisogno di capire l’ennesimo compagno di reparto – ma quando ingrana e si spande nell’aria, il Diavolo prende possesso del suo stadio.
Saelemaekers – BANANA
Sembra scivolare in continuazione sulla buccia di questa partita: quando poi prende, tanto per cambiare, un’ammonizione (forse era, tanto per cambiare, il suo primo fallo) Pioli decide che è meglio non insistere, e lo lascia negli spogliatoi: la squadra se ne giova. Ma non dubitiamo che il suo potassio ci tornerà utile.
Leao – ZAFFERANO
Gli altri servono il risotto, ma lui insaporisce la partita. È talmente preso dalla poesia che tralascia la prosa del gol ma non fa niente, davvero per una volta non fa niente.
Ibrahimovic – GIALLO MONDADORI
Nel 1929 la rinomata casa editrice iniziò a pubblicare dei libri in cui si raccontava di enigmatici delitti e delle indagini per smascherarli; poiché quei libri erano gialli, oggi in Italia associamo la parola “giallo” ai misteri o quanto meno, alle situazioni misteriose e preoccupanti. Zlatan Ibrahimovic è ormai su quello stesso piano: dal secolo scorso, è un classico del calcio. Se dovesse ritirarsi (non ne siamo nemmeno sicuri), in tutti quelli che lo hanno visto giocare, anche in quelli che gli preferiscono altri tipi di narrazione, rimarrebbe comunque la convinzione di aver visto un genere a sé stante, e anche i due gol di questa partita, così opposti (uno, lo prende di autorità; dal secondo, si fa trovare) un pochino lo dimostrano.
Rebic – MARCO GIALLINI
Come Il Terìbbile di Romanzo Criminale, non ha pietà del nemico. Due gol spietati anche se prima aveva cercato di tenersi dentro l’istinto di killer, servendo possibili assist a Calabria e Leao. Ma alla fine, quasi controvoglia, gli tocca colpire spietato e per due volte.
Castillejo – SEMAFORO GIALLO
Tutti sanno che la luce intermedia è arancione, ma ovunque viene chiamato giallo. Non ha senso, a questo punto potremmo anche decidere per convenzione che la luce che intima l’alt NON è rossa (“Ma dove vai, non vedi che è viola!”). Allo stesso modo, forse non riusciremo mai a vedere Castillejo per quello che è: il giudizio sulle sue capacità e sulla sua utilità come giocatore sarà sempre legato al fatto che ciò che vediamo è spettacolosamente diverso dalla nostra idea di giocatore utile e capace – ma ci sono volte in cui la nutria bionda entra in campo e tutta la squadra, vedendolo lampeggiante, gioca con più attenzione. Magari qualcuno accelera pure, ma è nell’ordine delle cose.
Calhanoglu – TAXI
Per i più giovani: fino a qualche anno fa i taxi italiani erano gialli come succede in quasi tutto il mondo, ma i tassisti italiani – categoria storicamente piuttosto sofferente – soffrivano perché faticavano a rivendere le loro auto, così i taxi italiani sono diventati bianchi come ambulanze. Ma il nostro numero 10 non ha più bisogno di ambulanze, il virus se n’è finalmente andato e lui ritorna in campo con una voglia di giocare clamorosa. Il Milan sale a bordo del suo taxi sull’1-0, e in dieci minuti si ritrova su una corsia preferenziale che lo ha portato sul 4-0 e fuori dal traffico.
Mandzukic – MAIONESE
Inizia a scaldarsi a metà primo tempo, ma Ibrahimovic non gli dà il permesso di entrare fino al 77mo. Quando entra, si capisce subito che se non dovesse segnare presto, rischia di impazzire.
Hauge – PAGLIA
Per i più giovani: nella società arcaica in cui vivevano i vostri nonni, era quel materiale ricavato dal taglio delle parti meno nobili del grano e altri cereali, e veniva usata come mangime per gli animali erbivori. O per farci delle sedie. O la casa del più scemo dei tre porcellini. Dopo gli esordi da vacche grasse, le vacche magre delle sue ultime prove hanno indotto Pioli a escluderlo dalla lista UEFA; non sembra un ragazzo stupido, quindi dovrà prendere atto che ora come ora è in fondo alla gerarchia del nostro attacco. D’altra parte, a settembre stava nel Circolo Polare Artico – e non sono balle.
Krunic – BOB dei MINIONS
Impossibile prenderlo sul serio, ma che importa: quando entra in campo mette di buonumore compagni e avversari, insegnando a tutti a non prendere troppo sul serio questo gioco, siamo tutti qui per divertirci.

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