Milan-Chievo 3-1: le Pagelle Che Non Lo Erano

Per l’argomento cui ispirare le PagelleSenzaVoti di questa TERZA partita della settimana avevamo un vantaggio: non avevamo più idea di cosa tirar fuori, quindi ci toccava aggrapparci all’unica notizia commestibile. E converrete che la notizia del weekend è stata l’autodistruzione dell’opera di Banksy La bambina col palloncino 10 secondi dopo esser stata venduta per 1,2 milioni di euro (984.552.448.055 miliardi di lire del nuovo conio se ci state leggendo nel 2019). Questo atto ci ha indotto a parecchie riflessioni sull’arte. Almeno due. (…per noi, parecchie)
Ovvero:
1) potremmo paragonare le prestazioni offerte dai ragazzi in Milan-Chievo a opere del misterioso artista britannico?
2) potremmo farlo senza avere realmente idea di cosa significhino?
Non ci siamo risposti. Perché l’arte non deve realmente dare risposte, a volte deve porre domande. E se anche non è così, suona bene.

Donnarumma – PARIS HILTON
Per i più giovani: Paris era la cretina mediatica del decennio scorso. Era ricchissima senza far niente come il nostro portiere contro il Chievo. Quando pubblicò un disco Banksy riuscì a piazzare in 48 negozi diversi 500 copie di un cd finto, con canzoni intitolate “Why am I famous? “What have I done?” e copertine false con l’ereditiera nuda, o con la testa di chihuahua al posto della sua. I fan non ci trovarono niente di strano, ovviamente, e la maggior parte fu venduta. Alla fine, l’importante è che nessuno si faccia male, clean sheet o meno.
Abate – MURO TRA CISGIORDANIA E ISRAELE
Un piccolo malinteso con Gigio che porta a un calcio d’angolo per il Chievo, poi una bella conclusione dopo sovrapposizione con Suso in area. Ultimamente sta facendo delle cose buonine e buonone che ci mettono in difficoltà come l’artista quando andò a dipingere sul muro in questione, e trovò un signore di una certa età che gli disse: «Dipingi il muro, lo fai sembrare bello». «Grazie». «Ma noi non vogliamo che sia bello, odiamo questo muro, vattene».
Musacchio – SHOW ME THE MONET
Rielaborazione di un quadro in cui Monet aveva reso un idilliaco angolo di natura, ma deturpato da carrelli del supermercato abbandonati e altri rifiuti. Muso non ce ne voglia, ma quando lo vediamo in campo non c’è milanista che non pensi che non è quello che avremmo voluto vedere, noi speravamo di vedere un idilliaco Romagnoli o Caldara.
Zapata – NO BALL GAMES
Per le altre opere ci siamo diffusi in spiegazioni, qui siamo abbastanza convinti che basti il titolo.
Rodriguez – THE SON OF A MIGRANT FROM SYRIA
Ritratto di un poveraccio male in arnese che si porta le sue cose in un altro Paese – solo che è Steve Jobs, effettivamente figlio di un cittadino siriano. Opera un po’ troppo smaccata, forse: è chiaro che Banksy voleva dimostrare che a Rodrigo bisognava dare una possibilità, invece di rimandarlo indignati in quell’inferno che è la Svizzera.
Biglia – THE GRIN REAPER
L’uomo che consideravamo la morte del nostro gioco ci mostra il suo lato più accattivante: imposta, cuce, detta i tempi e conduce all’ultima dimora le iniziative avversarie.
Kessié – MONEY BART
Sigla del popolare cartoon nella quale Coso (Banksy, insomma) suggerisce che il mondo Simpson va avanti grazie a migliaia di disegnatori schiavizzati in un mondo sotterraneo nel quale dei gattini vengono trucidati in serie per realizzare l’imbottitura dei pupazzi di Bart, questo tipo di cose. Insomma, diciamo che come Franckone non è stato chiamato a far molto ma quel poco lo ha fatto così così. Malgrado una compartecipazione con Zapata nel gol di Pellissier, come Matt Groening riteniamo che non ci sia niente di particolarmente censurabile, possiamo tenerlo così.
Bonaventura – TEARDROP
Brano più noto dei Massive Attack, nei quali milita Robert Del Naja – che, secondo leggenda metropolitana potrebbe essere Banksy. La vera identità di Bonaventura rimane altrettanto indecifrabile: è quello che sbaglia gol da un metro (e non è la prima volta) o quello che con finte sinuose trova lo spazio del tiro che porta al 3-0?
Suso – DISMALAND
Il parco divertimenti-installazione che faceva discutere in quanto non giocoso ma deliberatamente cupo, come il nostro giocatore monotono – il nostro drammatico, angoscioso problema.
Calhanoglu – PENGUINS AT THE ZOO
Graffito-blitz allo zoo di Londra, apparso una mattina ai visitatori: consisteva nella scritta “Ci siamo rotti di mangiare pesce!”. Ecco, anche noi ci siamo un po’ rotti di questa dieta e vorremmo un po’ di ghiottonerie, tipo quelle che ci ha fatto rivedere nei 20 minuti finali con l’Olympiacos. Se però sono in dispensa per le prossime partite, allora d’accordo.
Higuain – MADONNA CON LA PISTOLA
Opera apparsa a Napoli, ci pone davanti a rapimento mistico e implacabile spietatezza. In quest’epoca in cui continuamente ci si chiede cosa è arte e cosa non lo è, nel suo caso possiamo rispondere: lo è, lo è, lo è.

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