Juventus-Milan 0-3: le Pagelle Che Non Lo Erano

Che cos’è un bacio? È stato, persino più che il contratto di Donnarumma, l’argomento di polemica della settimana che ha preceduto Juventus-Milan. E tutto perché un oscuro, marginale sito internet americano ha bofonchiato qualcosa nei confronti del bacio del Principe Azzurro nella disneyana Biancaneve, e i media (sociali o meno) ci si sono gettati senza ritegno in isteria totale da commenti e titoli, condivisioni e clic, in uno di quei crescendo che dimostrano che la civiltà ci ha stancato, e il traguardo della cretineria mondiale è sempre più vicino. Proprio con questo spirito, noi intendiamo cavalcare l’argomento per ricevere il bacio della #visibilità. E poi, in fondo, alla fine della partita, non avreste voluto baciarli tutti? Ecco perciò che le nostre pagelle sono ispirate da alcuni dei baci più famosi di sempre.
Donnarumma – ANDREOTTI E TOTO’ RIINA
Quel fantomatico bacio con la criminalità organizzata bianconera c’è stato, o la famosa trattativa tra Raiola e la mafia è solo un’invenzione destabilizzante? In una partita per lui delicatissima, esce avventurosamente dai pali un paio di volte, e subito dentro di noi iniziamo a fargli dei processi dai quali non lo salverebbe nemmeno Giulia Bongiorno. Ma quando nel secondo tempo viene realmente chiamato in causa da distanza ravvicinata, respinge di braccio su Bentancur un pallone tutt’altro che semplice – quindi, chiamateci collusi (o illusi), ma preferiamo insabbiare qualsiasi accusa nei suoi confronti.
Calabria – IL BACIO AL RANOCCHIO
Nella sua zona c’è il cliente più rognoso di tutti, Chiesa, che quasi da solo ci devastò all’andata. Ma stasera Davidino è in versione principesca: lo disinnesca nei primi venti minuti in difesa, poi inizia a stantuffare in avanti costringendolo ad arretrare, affliggendolo così tanto che lo juventino subito dopo essergli entrato sulla caviglia in scivolata (di frustrazione?) non solo millanta la propria innocenza, ma eruttando indignazione da ognuno dei suoi pori bruttini e gobbi, sostiene con encomiabile coraggio di aver subito il fallo.
Kjaer – INGRID BERGMAN E CARY GRANT
Protagonisti di un bacio cinematografico di lunghezza proverbiale (e, per i tempi, scandalosa) in Notorious di Alfred Hitchcock. La partita del totem danese è un atto di prolungata bellezza, per come interpreta il ruolo mettendo classe ed eleganza in ogni corpo a corpo.
Tomori – IL BACIO DELLA VITTORIA IN TIMES SQUARE
Come il marinaio George Mendonsa, suggella la resa del nemico lanciandosi su una visione celestiale – nel caso di Mendonsa, una ragazza vestita da infermiera, simbolo delle donne cui i militari erano più grati (per vari motivi); nel caso di Fikayo, un pallone che vola nell’area bianconera, e sul quale aveva messo gli occhi Chiellini. Ma Tomori sa che è ora di vendicare tutte le Pearl Harbor e tutte le imboscate subite e stampa il suo bacio sul pallone del terzo gol.
TheoHernandez – BACIO ALLA FRANCESE
Torna a essere fisicamente straripante, anche se ha l’aria di tenere gli occhi chiusi nei momenti più intensi, quelli del passaggio o del tiro. Detto tra noi, forse non può fare cose più sconce a causa della sassata ricevuta nelle parti basse in uno dei pochi attacchi iniziali degli avversari. Ma l’invasività che gli rimane scandalizza in ogni caso l’educanda Cuadrado che si ritrova a difendere la propria onorabilità. Scarsissima, in fin dei conti.
Bennacer – IL BACIO DI HAYEZ
Proprio come il quadro che è uno dei vanti della Pinacoteca di Brera, la sua presenza dà impulso alla vitalità romantica e patriottica del nostro centrocampo: grazie alla sua capacità di leggere i movimenti degli usurpatori dei campi di calcio, li manda spesso fuori giri; la sua presenza è poi fondamentale per Kessié, libero di portare i suoi assalti carbonari contro i tiranni.
Kessié – COLAZIONE DA TIFFANY
Partita enorme, alla quale manca purtroppo l’apostrofo rosa del gol. In una serata che si conclude in modo dolcissimo, il suo rigore sbagliato fa di lui il micio felice anche se un po’ stropicciato di un finale in cui l’amore trionfa in un mondo avverso e uno stadio zozzone.
Saelemaekers – IL BACIO DI KLIMT
Partita attenta e tipicamente dinamica, con alcune ragguardevoli combinazioni in velocità in attacco, specie con Calhanoglu. Ma come i due innamorati immaginati dal pittore austriaco nel momento del rapimento sensuale, non può che essere schiavo dei suoi slanci, dei suoi desideri – il primo dei quali è quello di farsi ammonire, proprio quando sembrava un pericolo scongiurato, con una rozza scarpata vicino all’area avversaria – probabilmente è il giocatore che prende più ammonizioni lontano dalla propria porta: come spesso succede ai giovani, quando è vicino all’obiettivo sragiona. Non ci si può far niente.
BrahimDiaz – MADONNA E BRITNEY SPEARS
Nel bacio che voleva essere quello dell’investitura della giovane star, lui è Britney, abbastanza sfrontata da portar via la scena a Madonna Zlatan su un palcoscenico importante. Mentre la leggenda attira gli sguardi dei boomer juventini, la giovane rampante si libera al tiro in continuazione, fino a quando Szczesny, così convinto che ogni iniziativa passerà da Ibrahimovic da stargli attaccato invece che rientrare in porta, prende il primo dei gol che dovrà incassare. Nel secondo tempo Chiellini ferma il suo tiro con un braccio (Valeri fa vigorosamente cenno che non è successo NIENTE), poi come Britney, si infortuna, per così dire.
Calhanoglu – LILLI E IL VAGABONDO
La sua partita è come la fatidica scena in cui i due innamorati si accaniscono sullo stesso spaghetto e finiscono per avvicinarsi inesorabilmente: cresce lentamente, finché non sfocia nel momento tenerone – quello in cui porge sorridendo la polpetta a Tomori, che la fa sua con voluttà.
Ibrahimovic – RESPIRAZIONE BOCCA A BOCCA
Come il contatto labiale in questione, la sua partita non è il massimo ma è vitale, per come infonde voglia di vivere nei ragazzini che ha attorno, e come punto di riferimento tattico non solo per noi, ma anche per i pescecani bianconeri che si avventano su di lui (a cominciare da Szczesny, che nell’azione del gol esce malissimo per l’ansia di anticiparlo) lasciando sguazzare Brahim Diaz.
Rebic – BREZNEV E HONECKER
Se c’è uno che sente la partita coi gobbi quanto Donnarumma, è lui. In particolare, dev’esserci qualcosa di atavico tra lui e Szczesny che risale a prima che fossero nati, a quando i Paesi Socialisti dell’Est europeo faticavano a nascondere il disprezzo reciproco; ora però lo possono manifestare spensieratamente, e la cosa rende Ante libero di scagliare il suo missile inaudito verso il portiere polacco.
Krunic – IL BACIO DI GIOVANNI PAOLO II ALLA TERRA
Karol Wojtyla amava molto viaggiare, e le sue scorribande sul mappamondo furono una delle chiavi del suo pontificato. Tuttavia, o soffriva l’aeroplano, oppure non si fidava del suo pilota: sta di fatto che ogni volta che scendeva dal papaplano, baciava la terra. L’ingresso di Rade è il modo di Pioli di ricordare alla squadra che può anche volare, ma sempre RADEnte, ché gli altri hanno le stelle, noi facciamo meglio a rimanere con i nostri scarponi per terra.
Meité – IL BACIO AL CONTRARIO DI SPIDERMAN
La scena con cui vogliamo ricordare il suo film è quella in cui su una percussione di Dybala, va con efficacia a bloccare TheoHernandez che lo insegue. Ma anche se esprime il bene che ci vuole un po’ a rovescio, lo ricambiamo, dai.
Dalot – IL BACIO DELLA BUONANOTTE
Appare nel momento in cui il sogno si sovrappone alla realtà. Del resto, ammettiamo che non sapremmo decidere in quale classificarlo, tra l’uno e l’altra.

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