Crotone-Milan 1-1: le Pagelle Che Non Lo Erano

Il sapientissimo Pitagora di Samo visse per diversi anni a Kroton, e lì con la sua crew iniziò a tirarsela come fosse Steve Jobs, sfornando idee e cercando di renderle stilosamente complicate ai limiti dell’utilizzabile. Per il consueto omaggio ai nostri avversari connaturato nelle Pagelle Senza Voti, a ognuno dei milanisti scesi in campo viene associato uno dei contributi fondamentali della Scuola Pitagorica.
 
Donnarumma – L’IPOTENUSA
Salva il salvabile su una punizione nel primo tempo, ma soprattutto sull’uomo che gli sbuca davanti all’improvviso (tanto per cambiare) nel secondo. Riceve qualche retropassaggio in meno, in compenso è apertamente chiamato a lanciare Lapadula visto che gli altri non lo fanno. Gigio resta la nostra unica consolazione, l’ipotenusa su cui cerchiamo ostinatamente di costruire un quadrato. Purtroppo invece che da cateti è attorniato da cateteri.
Vangioni – I NUMERI IRRAZIONALI
Riappare per una prestazione ai limiti del comprensibile – che però tutti sappiamo avere un solo scopo: quello di fare da talismano. Ed effettivamente, il Milan non perde a Crotone, risultato che non ci avrebbe affatto sorpresi. Quindi, possiamo continuare a puntare irrazionalmente su di lui.
Paletta – LA TEORIA DELLA TRASMIGRAZIONE DELLE ANIME
In difesa è spesso in stato confusionale, a centrocampo è puro kung-fu, ma quando va in attacco l’anima di Gunnar Nordahl entra in lui, e quando irrompe, ben due difensori tentano invano di ostacolarlo. Uno dei due, incidentalmente, è Zapata.
Zapata – LA FAVA
Apparentemente Pitagora ne era solennemente schifato, e ne esecrava ossessivamente l’esistenza. Dopo il gol nel derby, il nostro legume ce la sta facendo pagare con le cattive, facendosi piantare nel terreno anche dal fromboliere Trotta, irresistibile autore di tre reti nelle precedenti trentatrè partite. Siccome quest’estate il contratto del nostro colombiano n.2 è stato rinnovato fino al 2019, speriamo tutti che in futuro da colossale incapace non si trasformi in incommensurabile brocco, ma al contrario che come un fiore raro faccia definitivamente sbocciare il semplice, inguardabile inetto che si nasconde dentro di lui. Sarebbe un progresso.
Calabria – LA SCUOLA
Anche se non è ancora arrivato ai suoi livelli di inconsistenza, iniziamo a sospettare che il ragazzo abbia preso De Sciglio come maestro: dopo tutto, se anni di prestazioni incolori hanno portato al suo collega la Nazionale, una fascia di capitano e l’interessamento degli imminenti campioni d’Europa, forse astenersi dal giocare a pallone è l’ultimo segreto tramandato dalla scuola Pitagorica.
Locatelli – IL SILENZIO
Tra i discepoli del Maestro vigeva l’obbligo di non far trapelare all’esterno nessuno dei segreti condivisi dalla setta. Allo stesso modo, pur di entrare a far parte del consesso Manuel pare annichilire la sua più profonda natura: non solo 1) non tenta un passaggio in avanti, ma – ancora più incredibile, 2) non tira mai e 3) non prende un cartellino. La sua partita non ha angoli acuti, né ottusi: una piattezza mai vista.
Kucka – GLI INTERVALLI MATEMATICI TRA LE NOTE MUSICALI
All’inizio non si schioda da toni bassi, gravi – a dirla tutta, gravissimi; poi nel secondo tempo riesce a inerpicarsi sui toni medi che ci aspettiamo da lui, col merito un po’ sottaciuto di credere nella palla che poi tre disadattati infileranno insieme nella porta del Crotone. Ma non riesce a esimersi dall’acuto finale, la terza espulsione di quest’anno, decima in stagione per questo Milan vergognosamente tutelato dagli arbitri.
Mati Fernandez – IL MOTTO “IPSE DIXIT”
Il professore fortemente voluto da Vinnie Montella non riesce a ispirare nei suoi compagni quel senso di autorità indiscussa del centrocampo che l’allenatore scorge in lui. Che non somigli propriamente a Liedholm è noto da anni, ma siccome se non altro pare metterci un pizzico di buona volontà, serpeggia il dubbio che accanto ai suoi limiti ce ne sia uno della squadra: è da anni disabituata ad avere un cervello. Anche piccolino.
Suso – LA FASCINAZIONE PER L’ARISTOCRAZIA
I pitagorici trovavano il popolo un po’ cafone, quindi sostenevano (per puro calcolo. Era il loro stile) i regimi aristocratici della Magna Grecia. Anche in un’altra giornata di appannamento, non possiamo non attribuire al milanista dai piedi più nobili le iniziative più sensate del nostro attacco: è su di lui che Cordaz per la prima volta usa i guanti. Purtroppo come con l’Empoli, a un certo punto inizia a signoreggiare in tutte le zone del terreno di gioco convinto che il suo blasone glielo permetta, ma non è così.
Deulofeu – I SOLIDI REGOLARI 
Probabilmente ha deciso di abituarci al ritorno di Niang. Già contro l’Empoli aveva offerto una sarabanda di pattume, ma a Crotone riesce a sviluppare tridimensionalmente ogni suo lato peggiore. Ogni spunto è ingegnosamente inutile, e il suo atteggiamento in campo è indisponente: quando subito dopo il calcio di inizio dà il via a una testarda serie di tuffi e lagne, al viscido Banti non pare vero di poterlo irridere. Solo nel secondo tempo sfodera un tiro velenoso ma centrale e a mezz’altezza: anche con la migliore buona volontà Cordaz non può proprio farlo passare.
Lapadula – IL BUE
Secondo alcuni autori, una volta scoperto il famoso Teorema, sapendo di avere fatto il botto Pitagora sacrificò agli déi un bue. Secondo qualcuno, ne sacrificò addirittura cento – che il Teorema ti capita una volta nella vita, come conferma la carriera di Marco Ferradini. Però secondo altre fonti era animalista e convinto che le bestie avessero sentimenti, e in alcuni casi anche degli schemi di gioco. Il nostro centravanti di fine stagione si sbatte bovino recuperando qualche pallone, tentando plurime sponde, sfiorando un gol (per i perdonisti: salvato sulla linea) (per i colpevolisti: fallito dall’area piccola). Ma in generale appare come il bue sacrificale su cui far richiudere la difesa del Crotone nella speranza che dai lati i due giocolieri aprano il forziere. Anche qui, come nel caso di Mati, serpeggia un dubbio. In questo caso, che lo schema di Montella (per i perdonisti: 4-3-3) (per i colpevolisti: 4-5-1) abbia come effetto collaterale di mandare al macello qualsiasi centravanti. Specie se non somiglia propriamente a Sheva.
Ocampos – IL VEGETARIANESIMO
La scelta di chi non vuole far male a creatura alcuna.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.