Cagliari-Milan 1-2: le Pagelle Che Non Lo Erano

Il calciomercato inizia a entrare nella fase calda, e il mercato elettorale pure! Così, mentre trepidanti gli appassionati del primo confidano che Alessandro Moggi ci restituisca l’ancora brillantissimo Cassano, gli appassionati del secondo salutano il gradito ritorno dell’altrettanto brillantissimo Casini, candidato dal Partito Democratico (…si chiama così ma guardate che sono democratici anche gli altri, eh. Perlomeno alcuni). Sicché, le nostre Pagelle Senza Voti sognano a occhi aperti il ritorno di altrettanti timonieri di questo Paese, e ad essi paragonano la prestazione dei nostri contro il Cagliari.
 
Donnarumma – LAMBERTO DINI
Dicono che la sua figura di eroe sia stata sporcata da questioni di famiglia, ma in fondo la moglie ereditiera quelle antipatiche condanne (tipo, per bancarotta miliardaria) non ha mai dovuto scontarle (tipo, per indulto –o tipo, per “pena sospesa”). Fa cadere malamente un governo tuffandosi dall’Ulivo al Popolo della Libertà passando per l’irreprensibile Mastella nell’UDEUR. La sua carriera non ne risente, non sia mai!, ma la sua affidabilità vacilla.
Calabria – FRANCESCO RUTELLI
Oggi è presidente dell’Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche Audiovisive, della Fondazione Centro per un Futuro Sostenibile e dell’Associazione Priorità Cultura. E dell’Associazione Incontro di Civiltà, e del Cultural Heritage Rescue Prize; inoltre presiede l’Associazione Italia-Emirati Arabi Uniti, è Coordinatore del Forum Culturale Italia-Cina, Coordinatore del Gruppo per le Antiche Vie Culturali e Religiose, co-Presidente dell’Alleanza delle Città della Via della Seta, e non si nega la co-presidenza del Master in Sviluppo Sostenibile, Geopolitica delle Risorse e Studi Artici. Vedete, fa un sacco di cose. Come Davidino Calabria. E come lui non siamo ancora sicuri su quanto siano utili né quanto le sappia fare, perché sul suo lato si balla spesso – ma non possiamo certo dire che se ne sta con le mani in mano.
Bonucci – IGNAZIO LA RUSSA
Una partita più di tensione che di strategia, nella quale fa prevalere il suo carattere arrembante – anzi, nella fase degli scontri a fuoco riesce a evitare la condanna dell’arbitro e a uscirne immacolato.
Romagnoli – OLIVIERO DILIBERTO
Presidia il suo settore con caparbietà degna dell’uomo che difende il comunismo contro ogni evidenza. Il suo ultimo partito (comunista) ha fatto degli show di riscaldamento alle ultime amministrative: ha preso 1,14% a La Spezia, l’1,33% a Monza, lo 0,77% a Parma. Prima o poi la Storia gli darà ragione.
Rodriguez – IRENE PIVETTI
…Non sappiamo darci spiegazioni.
Kessié – SERGIO MATTARELLA
Domina la scena per lunghi tratti ed è tanto determinante da dare il suo nome a una legge cruciale, ma gradualmente si sgonfia; così Kessié esce dalla partita proprio come Mattarella tanti anni fa è uscito dalla politica. (cosa? Eh? Ma no, dai, non fate gli spiritosi)
Biglia – ACHILLE OCCHETTO
Ha le chiavi di una “gioiosa macchina da guerra” – ma gira in tondo che è un piacere. Si ripiglia solo alla fine, con Kessié fuori dal campo. Uhm.
Bonaventura – ROCCO BUTTIGLIONE
Il suo contributo alla filosofia (quella politica e quella calcistica) difficilmente verrà ricordato nei secoli, perché vive di lampi – alcuni dei quali però rimangono memorabili, tipo il tiro da fuori su cui Cragno fa un miracolo o l’astio per le madri non sposate e per i gay, peccatori da fustigare al contrario dell’amico Berlusconi (“Ha sofferto tanto. Anche il bungabunga era un modo per lenire il dolore della separazione da Veronica”).
Suso – UMBERTO BOSSI
Tutti si aspettano che faccia una rivoluzione, in realtà si barcamena con poco costrutto fino a che non viene sostituito da un tipo con la barba la cui principale abilità e scopo nella vita è: fare il grano.
Calhanoglu – MARCO FORMENTINI
Probabilmente ha un incarico (e numero di maglia) più grande di lui, ma pur senza far miracoli dà la sensazione di esserci, che è già qualcosa rispetto ad alcuni suoi colleghi di partit(a).
Kalinic – GIULIANO AMATO
Gli manca il guizzo decisivo per prendersi la nazione – e pensare che è lì che tesse la sua tela, ovunque: nella maggior parte delle occasioni, nell’azione del rigore, nell’assist del raddoppio a Kessié, a volte persino in difesa. Naturalmente l’abbinamento è anche per dargli una possibilità di essere finalmente AMATO.
Locatelli – PIER FERDINANDO CASINI
Quando il gioco si fa duro, baby.

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