Io il Milan lo odio – L’ira della Dea (…featuring El Bepi Rizzo)

Allora. Io seguo la DEA. Che purtroppo non è la prima squadra di Bergamo e provincia. Una volta ho letto un sondaggio che diceva che in provincia la prima squadra è l’Inter, poi a pari merito ci sono Atalanta e Juve, ultimo (staccatissimo) è il Milan. Son cose che un po’ si sanno. Quando da bambino vedi la squadra della città in B per metà del tempo, ti rifai, magari con un’altra squadra nerazzurra. “Perché non il Pisa”, mi diceva sempre un mio amico juventino. In ogni caso tanti tifosi atalantini hanno simpatia per Inter e Juve. Mentre il Milan dalle nostre parti ha delle colpe storiche, che vado a elencare.

1)      Il gemellaggio con la squadra patetica di una città di stupidi. Non dico quale.

2)      La turbativa d’asta, quando nel 1986 il Milan prese Donadoni, che tutti pensavano sarebbe andato alla Juve come si era sempre fatto: Scirea, Cabrini, Fanna, Prandelli, Marocchino. Invece lo prese Berlusconi, e in cambio ci diede soldi più Incocciati. Andammo in B al galoppo. Ricordo i grandi, al bar, che dicevano: “La Juve ci avrebbe dato Briaschi, vuoi mettere. Il Milan ci ha fregati”.

3)      Prima che io nascessi, un 9-3 in campionato. Nel 1972. Potevano fermarsi al sesto, o se volevano proprio fare gli originali, al settimo. Invece no, all’89mo, ancora ne volevano fare. Milanesi mangiasapone.

4)      Il coro “Bergamasco contadino, zappa la terra, zappa la terra”. Alternato a “Tutti in cantiere, domani tutti in cantiere”. Decidetevi. Mangiasapone.

5)      Il fattaccio. Questo lo dovrebbero sapere tutti i milanisti. Lo racconto lo stesso.

Signore e signori, IL FATTACCIO.

1990, Atalanta-Milan, Coppa Italia. Che è quella roba che nessuno si ricorda mai belle partite, ci si ricorda solo fattacci. Ma questo è il fattaccio dei fattacci.

1-0 per noi, loro sono eliminati. La partita sta finendo. A un certo punto Borgonovo va a terra in area. Forse oggi darebbero persino il rigore, toh. Ma non lo chiede nessuno, l’azione continua ma lui rimane giù. Stromberg IL VICHINGO mette la palla fuori per i soccorsi. Invece lui si rialza. E quando dalla linea laterale viene buttato un pallone in area (Rijkaard aveva rimesso su Massaro, che aveva tirato verso il portiere senza guardare, forse per restituirla in qualche modo che capiva solo lui) Borgonovo che non ha visto niente si butta sul pallone, lotta e litiga in area piccola, finché Barcella non lo atterra. L’arbitro applica il regolamento: rigore.

Casino. Fischi allo stadio. Io stavo sentendo per radio intanto che facevo i compiti. Il radiocronista non trovava le parole, non era uno tanto sveglio. A dirla tutta sentendo per radio non ne parlava come di una grossa ingiustizia. Forse era milanista.

Arriva Franco Baresi a battere il rigore. E mica gli viene in mente di sbagliare. No, lui adesso da anni ripete che non aveva capito, che era dietro in difesa. Quella sera invece disse ai giornalisti: “Cosa potevo fare, far tirare un altro? Bel capitano sarei stato. Ora tutti protestano, ma se fosse stata la finale di Coppa Campioni quanti avrebbero protestato?”

Comunque, Baresi è un bel capitano, e segna. Bravo a tirare i rigori, Baresi, eh? Come no, ce lo ricordiamo tutti. Quella volta fu un cecchino. A fine partita, rissone. Con Mondonico, che disprezzava Sacchi in tutti i modi possibili, che tenta di menare l’Arrigo. Dalla radio mi arriva un coro contro Rijkaard, “negro di m…”. Ramaccioni (non so se conti ancora qualcosa nel Milan, all’epoca contava più di Galliani) che dice “Baresi non poteva sbagliare apposta, sarebbe stato illecito sportivo”. Mondonico che ancor oggi si vanta “Negli spogliatoi ne son successe di belle, ne hanno presi di calci nel sedere”. Berlusconi che dice: “Voglio ritirare il Milan dalla competizione e mandare avanti l’Atalanta”. E la federazione gli risponde “L’è ‘ndacia la quaja” (ormai la quaglia è volata via, come diciamo qui). Allora ci regala un giocatore per farsi perdonare (Porrini).

Lì per me, finì il Milan. Volevano essere la squadra più bella, più nobile, fatta di eroi. Invece il capitano era un bresciano che non ebbe le palle di buttare fuori un rigore per un c… di turno di Coppa Italia. Poi va beh, si sono scusati. Penso che siano anche rimasti scottati dalla cosa, forse a qualcuno di loro è servito a diventare un vero uomo, e non un piòc (ndr: pidocchio). Come ricorda Borgonovo, Paolo Maldini, che all’epoca era proprio un ragazzino, negli spogliatoi commentò: “Che figura di merda abbiamo fatto”.

Comunque la maledizione della DEA li punì. Non fecero il Grande Slam (il nome che all’epoca si dava al triplete): persero la Coppa Italia con la Juve, e lo scudetto col Napoli, che qui a Bergamo prese due punti decisivi con sole 100 lire: la storia di Alemao… Sì, beh, lo so cosa state pensando. Non eravamo uno stadio civilissimo, no. Ma con Alemao poi chiarimmo tutto e venne a giocare a Bergamo, giusto per dare fastidio al Milan. Poi, Baresi non vinse mai i mondiali né il Pallone d’oro (che ci sperava). Sacchi non vinse mai più lo scudetto. Ramaccioni sparì. Borgonovo è stato punito fin troppo, lo ammetto.

Qui c’è il racconto in video, di Mediaset, tra l’altro. Il fattaccio.

Da allora, ogni volta che un milanista mette fuori “cavallerescamente” la palla con un atalantino a terra, dal pubblico tutti cominciano a gridare, immancabilmente: “Daghela mia!” Traduzione nei sottotitoli… NON DARGLIELA PIU’!

Ciao, statemi bene. E fatevi battere. Che a fare i grossi con noi, spesso la zappa ve la ritrovate in quel posto.

Beppe Rizzo

 

3 Risposte a “Io il Milan lo odio – L’ira della Dea (…featuring El Bepi Rizzo)”

  1. Briaschi non vi sarebbe servito a un cazzo, sarebbe stato un inutile doppione di Stromberg, mentre Incocciati giocava tranquillamente a sinistra. Prendetevela con chi ha avuto la bella pensata di prendere come centravanti la salma di Trevor Francis. E senza i 4 gol di Incocciati, col cavolo che andavate in finale di Coppa Italia, e quindi niente sogno europeo in Coppa delle Coppe. E diciamolo!

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