I cinque Sampdoria-Milan della nostra vita

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17 novembre 1991, Sampdoria-Milan 0-2. La Samp è campione in carica, ma sembra più concentrata sulla cavalcata in Coppa Campioni che li porterà a Wembley, fino alle porte del sogno. Il Milan di Capello è in crescita costante, è già primo in classifica e negli stadi in cui si presenta si può sentire in lontananza già dalle prime luci dell’alba il rumore di un mezzo cingolato. Il passaggio di consegne avviene alla decima giornata con un classico saccheggio all’olandese, orchestrato da Ruud Gullit, che dopo un tempo e mezzo di sostanziale equilibrio piazza due pappine a un Pagliuca umano, troppo umano. Non è questa la partita di “Chi ha sbagliato, Pagliuca?”, ma l’uscita a farfalle di Gianlucone in occasione dell’1-0 è un ricordo che ci fa ghignare molto ancora oggidì.

31 ottobre 1993, Sampdoria-Milan 3-2. Marassi due anni dopo. Il medesimo Milan di Capello, pur de-olandesizzato e con qualche straniero un po’ più scarso tipo Brian Laudrup, arriva a Genova forte di 38 risultati utili consecutivi in trasferta (oltre due campionati che non si perde lontani da San Siro, un’enormità). In rotta con Capello dopo l’esclusione nella finale di Champions contro il Marsiglia, l’Olandesone Gullit veste ora di blucerchiato e medita vendetta. Primo tempo come da copione, 0-2 di grande cinismo con reti di Albertini e proprio di Laudrup. Ma anche Omero ogni tanto sonnecchia, figuriamoci il Milan: Katanec accorcia le distanze, Mancini pareggia su rigore generosamente elargito dall’arbitro Nicchi. Il fattaccio, la nemesi arriva nel finale: lancio lungo di Mancini per Gullit che scarica sotto l’incrocio un’imparabile fiondata di destro. Capello imbelvirà non poco con Nicchi (attuale presidente dell’Associazione Italiana Arbitri); ma diamine, mostrateci un buon perdente, e vi mostreremo un perdente.

20 dicembre 1998, Sampdoria-Milan 2-2. Mantovani padre è morto e suo figlio Enrico non è esattamente benvoluto dal popolo doriano (striscione in gradinata Sud: “Enrico sei come Silvan, ci fai sparire”). Silvione, in compenso, sta benissimo, e ancora non ha iniziato a spalare fiele sul compagno Zaccheroni. Anche perché il suo Milan gioca benissimo, con l’unico difetto di divorarsi una vagonata di gol a partita. Contro la semi-derelitta Samp, talmente disperata da aver appena assoldato David Platt come allenatore, potrebbe e dovrebbe tranquillamente finire in goleada, ma dopo il bellissimo gol di Leonardo, Bierhoff se ne fuma tre a tu per tu con Ferron, imitato poi anche da Weah. Pareggio di Checco Palmieri e fuochi d’artificio finali sotto l’usuale diluvio genovese: inzuccata di Bierhoff per l’1-2 e punizione di quella pippa del Burrito Ortega per il 2-2, con SebaRossi sorpreso sul suo palo. Al ritorno, ricorderete, sarà anche peggio.

26 ottobre 2003, Sampdoria-Milan 0-3. E’ la partita in cui cade sulla Terra uno dei gol più belli del nostro ventunesimo secolo. L’azione parte a centrocampo: Serginho per Seedorf che chiude di prima il triangolo; sempre di prima Serginho ne apre un altro con Tomasson che ancora al volo gli rende il pallone. La fascia destra della Samp è ormai una pura espressione geografica e ancora il Concorde vola verso l’area, toccandola stavolta due volte (ah, peccato!) prima dell’imbeccata per Shevchenko che intanto sta attaccando il primo palo. Sheva, naturalmente sempre di prima, chiude il diagonale sul palo opposto. E’ un gol stupendo come il teorema di Pitagora.

18 settembre 2005, Sampdoria-Milan 2-1. Dopo la Grande Bellezza dell’azione precedente, ecco la Grande Bruttezza. Sorrentino del resto fa rima con Gilardino, che pochi minuti dopo aver segnato il suo primo gol ufficiale col Milan dopo splendido velo di Shevchenko, spreca orrendamente il secondo calciando alto da pochi passi la palla del 2-0. E’ chiaro che da lì in avanti vale tutto, e infatti la Doria pareggia e poi addirittura vince la partita, con gli estemporanei gol di Bonazzoli e Tonetto. Classico inizio di stagione ancelottiano con tanti accidenti, nel campionato destinato a essere terremotato da Calciopoli. Pensate poi che Gilardino, meno di un anno dopo, sarà addirittura campione del mondo.

Pubblicato da Giuseppe Pastore

Pugliese, classe 1985, milanista di ferro. Prima partita di cui ho memoria: Milan-Barcellona 4-0. Ammetterete che poteva andarmi peggio. Qui sotto i miei contatti.

3 Risposte a “I cinque Sampdoria-Milan della nostra vita”

  1. nel 2003 ero in gradinata nord con amici genovesi (e genoani). Al gol di Sheva gran parte dello stadio si è alzato ad applaudire. Raramente mi sono mai sentito più orgoglioso di essere milanista…

  2. Posso dire? C’ero a tutti e cinque. Anzi c’ero pure l’anno prima, quando abbiamo perso 2 a 0. E’ stata la mia prima trasferta. La sconfitta del 2005 è stata l’ultima. In realtà Doria-Milan era una di quelle trasferte che non si potevano mancare mai. E ancora la sconfitta per 3 a 0 nel 1996 da Campioni d’Italia, la prima volta a Genova dai tempi di Spagna, la tensione a mille. Sotto nella gabbia dove non vedi nulla. I doriani davanti alla stazione nel 1991-92, la gente che ti urla dal carcere di Marassi. Le bandiere della Doria e del Genoa da tutti balconi. Come mi manca.

  3. Il sottopassaggio di Brignole a passo di marcia…il ponte sul Bisagno spartiacque tra un tranquillo corteo e la guerra civile….

    Quanti bei ricordi….

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