Quale Allegri Vol. 2 – Le ragioni del NO

"Tutt'apposto, deh, o mi c'è rimasta un po' di ruhola nei denti?"
Tutt’apposto, deh, o mi c’è rimasta un po’ di ruhola nei denti?

 

Berlusconi ha tutte le colpe del mondo. Tutte. Galliani non ha tutte le colpe del mondo – ma ne ha tre quarti. E poi Braida, dove credi di scappare – tu hai metà delle colpe del mondo. Ma l’allenatore è Allegri. E’ un buon allenatore? Dopo avere fatto sensazione con un nono posto (avessi detto), ha avuto la grande occasione. Ha vinto uno scudetto, cosa che può capitare, se alleni Milan Inter o Juve (specie negli anni giusti). Adesso cosa si pretende da lui? Mmh, vediamo: che impari ad allenare? Noi finora l’allenatore non l’abbiamo visto. Abbiamo visto cinque Allegri diversi. Tutti mediocri.

Il motivatore. Cosa gli fai ai giocatori nel prepartita? Gli fai sentire i cantautori? Quante volte li abbiamo visti affrontare partite cruciali come fossero il matrimonio del cugino della moglie (“Vengo ma rientriamo prima che faccia buio”). Quelli di Conte, dopati o no (e lo diciamo con la massima fiducia in loro) (apprezzate l’espressione) mangiano l’erba. I tuoi, sembra che l’erba l’abbiano fumata.

L’opportunista. Che bello vincere con una squadra due volte più forte delle altre. Ti sarai sentito come Mourinho, lo special opportunist. E che bello poter dire: ora la squadra non gira, ma deh, ovvia, m’han tolt’i campioni. Per quello hai iniziato l’annata prendendo schiaffi da squadre piene di campioni: Samp, Atalanta, Udinese. Come potevi competere con simili corazzate, poverino? E poi: quanto vuoi bene al gol di Muntari? Dillo. Gli hai preso un anellino? Lo porti al ristorante, a san Valentino, il gol di Muntari? Grazie a lui nessuno ricorda che eravamo tornati DAVANTI alla Juve, finché a furia di vivere di solo Zlatan ti sono capitate le partite interne di nulla completo come col Bologna (Gaston Ramirez) o la più sciagurata di tutte, quella con la Fiorentina (Amauri).

Lo stratega. Ah, cosa ci hai fatto vedere. Bojan unica punta. De Jong regista. Boateng ovunque possa dare fastidio. I due portieri in panchina, pur di non portare in Champions gente che ti stava sulle palle, o pur di non dare spazio a qualche giovane (ché ricordiamolo, De Sciglio ed El Shaarawy li hai fatti giocare solo quando ti sei ritrovato senza nemmeno un affidabile somaro da far pascolare). E poi Emanuelson, che nessuno di noi ci ha capito niente – ma tu meno di tutti. Ce lo hai imposto in difesa centrocampo attacco, tranne in un ruolo – che casualmente era il suo. Poi quando finalmente è sembrato entrare davvero nella squadra, quando anche noi abbiamo iniziato a farci la bocca, tu lo hai segato. Ma certo. Ora ti è presa un’imprevedibile cotta per Flamini, quello che persino i webtifosi più gnucchi hanno smesso di esaltare come il broccocheperòcorre (…a vuoto come un cretino, ma questo il webtifoso, che spesso commenta a vuoto come un cretino, non lo trova un problema). E ti è tornata la stima imperitura per Abate, che gli interisti nel derby attendono come i bambini aspettano il Natale – mentre De Sciglio ha l’influenza da tre mesi, una roba che capitava solo a Breznev, Andropov, Cernenko. Ed è il grande momento di Niang, ma perché illudersi: sappiamo che prima o poi ripartirai con Robinho nell’11 titolare. C’è solo una cosa imprevedibile nel tuo modo di allenare: la formazione. Mai la stessa, mai. Per il resto, il gioco (ehm) che hai dato al Milan è il più brutto da vedere degli ultimi centoquattordici anni. E forse dei prossimi centoquattordici.

Il leader. Partiamo da un episodio marginale, eppure rilevante dal punto di vista dell’empatia con l’ambiente, per come descrive la tua vocazione a combattere microbattaglie da microbo: l’accanimento ai limiti del patetico contro Inzaghi nella partita-passerella dell’anno scorso, a giochi ormai fattissimi. Fatto scaldare un’ora, fatto entrare a 20 minuti dalla fine sperando che non segnasse. Quello, ovviamente, segna. E adesso torniamo a De Sciglio. A Emanuelson. O, l’anno scorso a Van Bommel. Pare di capire che a te ti prende questa cosa qui, che quando uno inizia a mostrare personalità, tu lo stronchi prima che sia troppo tardi, prima che – come i Senatori (i Seedorf, i Gattusi, gli Inzaghi, gente che ha vinto bene ed è stata allenata bene) ti dicano quanto vali veramente. Oppure, come Ibra, ti attacchino come un poster al muro dello spogliatoio. Diciamolo, per te il giocatore ideale è Bonera: non ti umilia quando palleggiate a Milanello, e può sempre permetterti di farla franca con la difesa d’ufficio: “Cosa pretendete che faccia, ho in squadra gente come Bonera”. E certo, gli altri li hai fatti scappare tutti. Comunque hai anche gente come Balotelli adesso. Ma con l’Udinese volevi tenerlo in panchina.

Il tattico. Non infierirò sulla mancanza di idee e di schemi, né su come il Milan difenda sempre come contro il Barcellona: tutti fermi in area, aspettiamolì lì. FERMI. No, parliamo solo dei gol su palla inattiva. Mettiamola così: ci inviti a casa tua, dove c’è una finestra sempre aperta, dalla quale entra un freddo del dio scatenato. Uno normale cerca di chiuderla. Tu no: vai in un’altra stanza. E in quell’altra stanza “vedi delle buone cose”. Ti dicono: ma fa freddo! E tu: eh, non ci badate. NO. E’ casa TUA, vai di là e chiudi quella finestra, che da lì entrano gol da due anni: vuoi fare QUALCOSA o no?

Una risposta a “Quale Allegri Vol. 2 – Le ragioni del NO”

  1. “che casualmente era il suo”. NO. Basta con ‘sta storia del terzino sinistro. Non solo perché in Olanda i terzini sinistri non esistono (ieri sera ci ha giocato Blind jr, che sarebbe un centrale, per dire), ma anche perché non ci gioca più dal 2008, quando era talmente bravo nel ruolo che van Basten l’ha spostato in avanti per schierare in quella posizione Vertonghen (ohibò, anche lui centrale naturale). E dopo che il belga è stato rimesso al centro, ecco terzino sinsitro Vurnon Anita, mediano.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.