VIAGGIO AL TERMINE DELLA NOTTE 2 – Milan-gobbi 0-1

20 Settembre 2014 

C’era solo una cosa che settimana scorsa aspettavo quasi con la stessa trepidazione dell’annuale appuntamento con i subumani con la camicia a righe, ed era il referendum sull’indipendenza scozzese. Non so perché, sarà che ho visto troppe volte ‘Braveheart’, ‘Highlander’ e soprattutto ‘Trainspotting’, ma mi ero convinto che una terra che ha dato i Natali ad uno come Joe Jordan non potesse accettare di essere considerata per sempre la dependance estiva dei Windsor. E invece. Come non detto, e tutti britannici come prima. Ma mi sono chiesto: ma gli inglesi come la pensano? Magari a loro manco andava troppo di approcciarsi agli scozzesi come faccio io, che so, con i molisani, cioè come con degli esotici connazionali con rituali a me sostanzialmente sconosciuti ma per cui provo dell’istintivo affetto. Insomma, perché non si possono fare i referendum al contrario? Arrivo al punto, Vostro Onore: perché non facciamo un referendum per cacciare i gobbi dalla serie A, se non proprio dal Sistema Solare?

E qua uno dice: parla la tua frustrazione perché hai perso in casa, ma no ma no, figuriamoci. E che davvero, dopo 29 anni di stadio, ancora non riesco a dare una collocazione antropologica al fenomeno gobbo. Li guardo con la stessa incuriosita ripugnanza di quando osservo le foto di qualche errore della natura tipo i calamari giganti o gli stronzi di mare. Ma da dove arrivano questi, come mai tifano una squadra di una città che io ben conosco e che in tutto e per tutto, peraltro, si identifica con il Toro?

Che poi vi devo dire una cosa, i gobbi in massa a San Siro li ho visti per la prima volta nel 1990, finale di ritorno di Coppa Italia, persa puntualmente con un gol di Galia. Per collaudare il Terzo Anello li avevano piazzati tutti là sopra, che negli anni prima – va detto per obiettività-  a causa di pesanti scazzi interni loro, a Milano non si presentavano praticamente mai, se non con qualche sporadico Juve Club regolarmente oggetto di attenzioni non troppo sportive. Da allora e per almeno altri 15 anni in cui sono stato testimone diretto, Milan-gobbi ha sempre voluto dire aria frizzantina e occhio lungo. Invece adesso, grazie ad un clima repressivo che rischia di far scattare la diffida anche per uno starnuto, la situazione è decisamente cambiata e li vedi ovunque con le maglie di Birindelli e Jarni che brancolano cercando il posto e ti chiedi: ma perché?

E’ solo il primo di una serie di interrogativi che sabato sera non hanno trovato una risposta, il più inquietante dei quali è stato chiedersi quando torneremo ad essere una squadra che possa ragionevolmente competere per qualcosa. Perché va detto, i gobbi come entità ontologica fanno schifo più della piorrea, ma quelli in campo sanno giocare al giuoco del calcio come noi per ora ci sogniamo. Il tutto per un solo e semplice motivo: che se quegli altri sono più forti, 9 volte su 10 perdi, e noi non eravamo proprio in vena di rappresentare l’eccezione del caso.

Conscio di questa amara ma palese verità, S.Siro si è stretto a chioccia verso i nostri, che se a Parma erano sembrati degli eroici guasconi, sabato sera per 70 minuti hanno tenuto duro come i giapponesi a Iwo Jima prima dell’inevitabile debacle.

Ora, di stare qua a dibattere sull’approccio alla partita di Inzaghi, sulla presenza di una punta o meno non credo sia il caso, ma un paio di interrogativi mi sono rimasti, e li vado qua ad elencare:

1) ma non è che De Sciglio non è tutto sto granché? Ovvio che spero di sbagliarmi e che possa diventare più forte del Tasso, però il dubbio inizia a venirmi

2) ma davvero non abbiamo alternative a quella sciagura di Muntari? Già il nostro centrocampo ha stessa personalità di una Punto Diesel Grigia, ma Sulley nel secondo tempo si è esibito in una sequela di cazzate davvero leggendaria

3) considerato che il primo coi piedi buoni che ti trovi è Menez – uno che dovrebbe arretrare al massimo a centrocampo – ha senso far partire l’azione dalla nostra aerea, con conseguente panico dei difensori, pressing altissimo dei rigatini e un quantità imbarazzanti di palle perse o spazzate senza ritegno alcuno?

4) ma è mai possibile, e qua chiudo, che si faccia ancora il nome di Bonera come possibile parte del’11 titolare contro l’Empoli? Quali altre nefandezze deve combinare per essere piazzato e inchiodato definitivamente là dove merita, cioè la panca?

Non credo di essere il più indicato nel dare delle sagaci risposte, quello che so è che se non altro mi ha intenerito la definitiva presa di coscienza del pubblico rossonero di quello che siamo. Si sta facendo strada questa idea del Milan operaio, erede di quello sgraziato ma commovente della seconda metà degli anni 70 e della prima degli 80, con pochi campioni ma tanti comprimari (lo so, lo so. C’era un Rivera a fine corsa in uno e un Capitano che già comandava nell’altro) che tiravano la carretta in stagioni faticose ma profondamente casciavit.

Facciamocene una ragione: ogni punto è d’oro, ogni partita è una battaglia da vivere minuto per minuto. Ci aspettiamo e ci meritiamo giorni migliori, ma dopo il fallout atomico emozionale degli ultimi due anni, se non altro tornare a sentire il concetto di appartenenza, se non è tanto, è già qualcosa. Magari è ancora troppo presto per dirlo, ma ne sentiamo davvero il bisogno.

E comunque, #seceranedved.

 

 

6 Risposte a “VIAGGIO AL TERMINE DELLA NOTTE 2 – Milan-gobbi 0-1”

  1. un pezzo così avrebbe potuto scriverlo Severgnini. Sembrate interisti. Forse perché siete antropologicamente uguali. Una faccia una razza.
    (anche l’hashtag #seceranedved vale come #triplete, vivete di ricordi)
    Dna gobbo

    1. Carissimo gobbo,
      almeno un razza io ce l’ho, a differenza tua, che manco sai dove stai di casa e come simbolo hai lo stemma della squadra con cui giochi il derby. Comunque avresti potuto notare che al di là dello schifo innato che provo per la tua maglia, ho semmai riconosciuto senza se e senza ma la superiorità della tua (ottima) squadra. Ma la vera considerazione è: ma secondo te io vado a vedermi gli articoli di ‘orgoglio gobbo’ o altro? Vieni a casa nostra, mettiti le pattine, non sporcare e non rompere i coglioni.
      Per altro, amico mio, vorrei ricordarti che i mei ricordi tricolori risalgono al 2011, lontano forse, ma non lontanissimo. Quelli europei al 2007, che dopo Manchester ne ho vinta un’altra. I tuoi al 1995.
      Ma forse questo non te lo ricordi.

      1. 1996 semmai, 1995 la perse proprio il milan 😐

        Altra cosa, il Toro sta ad indicare proprio la città di Torino, fu presente prima nel logo juve, fu poi il torino a metterlo nel suo logo.

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