Una Stagione all’Inferno n.11. Milan-Verona, Milan-Udinese

19-22  Gennaio 2013

Milan- Hellas- 1-0

Milan- Udin- 1-2

 

Cominciamo dall’inizio. Avete presente ‘Nightmare’ no? Quella continua sensazione che arriva dopo che l’eroina bionda minnuta si è salvata per un pelo e che ti dice che gli artigli unghiati di zio Freddy sono lì dietro l’angolo? Ecco, è con questo spirito sollevato che domenica sera salgo le scale verso il mio posto a San Siro, dove arrivo con un ricco anticipo di due minuti netti. Intorno a me, il vuoto cosmico siderale, praticamente l’osso che vaga nello spazio all’inizio di Odissea 2001. Ma facciamo un altro passo indietro.

Non ho ancora conosciuto le gioie della paternità, ma sono sicuro che un giorno, quando il mio pargolo non ne vorrà sapere di andare a fare nanna, privandomi della gioia del talamo nuziale, gli mostrerò la strada per il  lettino dicendogli: “Se non vai subito a dormire, guarda che chiamo quell’uomo con l’accento buffo, che usa la formula magica ‘Dai dai dai’ per rendere tristi tutti gli abitanti del Castello”. Penso basterà questo incipit per terrorizzarlo, anche se non vorrei mai che per il trauma decida di non imparare a memoria tutte le formazioni del Milan dal 1979 in poi. O, peggio ancora, di partecipare ad Amici.

Davvero, ho scavato nella memoria, ma credo nessuno si possa nemmeno lontanamente avvicinare al record di peggior allenatore della storia milanista come ha fatto Allegri. Cose che in confronto il povero Maestro Tabarez e l’imperatore Terim sono stati dei perseguitati politici.

Basta aver giubilato lui per essere a posto?

Non ce la beviamo, amici ex di via Turati. Culone ha chiesto l’appoggio dei tifosi? San Siro si presenta ancora più deserto del solito, la curva ancora priva di striscioni e all’inizio anche silente, dietro i veronesi.

Ora, permettetemi. Mi ricordo quando un paio di anni fa seguivo i playoff della C1 fra Salernitana e gli Hellas con il batticuore. Al fischio finale, tra gli amici era tutto uno scriversi: “Fra due anni arrivano” “Finalmente!”. Non c’era nessuno più felice per la loro promozione in B dei milanisti over 35.

E invece, eccoli. Sembra quando dopo anni rivedi ad una festa uno che ti è stato sul cazzo tantissimo e manco ti ricordi perché. Cioè, IO sì che me lo ricordo. Quell’anno con la nebbia, che cantavamo a Pazzagli (rendetevi conto, Pazzagli in porta nel Milan. In QUEL Milan. Povero Andrea, pace all’anima sua) “Cosa è successo/ Andrea cosa è successo?” perché non si vedeva un cazzo, ma talmente niente che i nostri gli hanno fatto il giro e gli sono arrivati praticamente addosso dal nulla. L’anno del 12esimo scudo, loro retrocessi, fuori dallo stadio e noi a cercare di entrargli nel corteo da Piazza Axum fino a Lotto con gli elicotteri che volavano e quel profumino di lacrimogeni che ti lascia sempre quell’acquolina in bocca. Ah, che bei tempi. Poi tornavo a casa, e mia mamma mi diceva “Ti sei divertito tesoro?”. Non sai quanto mamma, non sai quanto.

Insomma, i veronesi partono in quarta e iniziano ad infamarci, che c’è da dire che come cantano loro, pochi in Italia, con quei cori lunghi e lenti. Per fortuna alla Sud, inizialmente in sciopero, saltano i nervi tanto che risponde per le rime, sfoderando un bel tifo rabbioso come non si vedeva da tempo. Non che il match aiuti. Come ha fatto notare questo prestigioso sito, il nuovo Milan di Seedorf ricorda quello di Ancelotti nei suoi momenti più pleonastici. Ma del resto, questo si può fare per ora, cioè poco. Un primo tempo di belle speranze e poca ciccia: il Verona se ne sta abbottonato dietro e manco ci pensa a salire, noi gli facciamo il solletico o poco più. L’impressione è che metterla sia un’impresa impossibile.

Il primo tempo arriva e bussa alla porta come il tristo mietitore in Monty Phyton. Che qua vorrei lanciarmi in una causa di civiltà: è possibile lapidare quegli imbecilli che si fanno filmare da Radio Italia mentre fanno i cori fuori dallo stadio? Tu sei lì in una cazzo di sera di domenica, fa un freddo cane, facciamo 0 a 0, il Milan ha toccato il punto più basso degli ultimi 26 anni e durante l’intervallo devi sopportare dei cretini che dal maxi-schermo ululano stonati, sventolando le bandierine come se gli avessero fatto una lobotomia frontale. Ma vi rendete conto che facciamo cacare? Ma cosa avete nel cervello? Ma ammazzatevi.

Oh. Adesso sono più sereno.

Il secondo tempo se possibile è anche peggio del primo. Quando Culone mette Birsa al posto di Honda hai la sensazione di andare all’assalto di Fort Apache con i fucili con il tappo sulla canna. Tanto che inizia a serpeggiare un certo malumore, soprattutto perché c’è quel cazzo di 2 (Romulo) che galoppa come un forsennato nelle praterie che gli lasciamo dietro. E invece, il lieto fine arriva dal nulla, trasmutandosi nella follia di un difensore che senza motivo abbatte Kakà. Rigore solare per lo scorno dei bauscia perseguitati. Tre punti, tutti a casa.

Un tempo l’avrei finita qua. E invece adesso il bello arriva dopo. Ci sediamo tutti sul balcone e vediamo la farsa Guarin-Vucinic. I miei amici interisti (ne ho qualcuno, lo ammetto), mi scrivono disperati. Io rido sonoramente ahahahah, ma in un angolo il mio fanciullino interiore pascoliano mi ricorda che siamo mille punti dietro a loro, abbiamo pure perso il derby e non stiamo trattando nessuno. Non solo.

La Roma che c’ha già soffiato Nainggolan si piglia anche Bastos. I Pulcinella come se niente fosse tirano fuori i soldi per Jorginho dopo che noi per un anno e mezzo ci siamo stati dietro. Insomma, chiunque sta facendo qualcosa. Noi niente.

Rami, si è capito, è un paracarro. Honda, mah – diciamo che si impegna. Per il resto nulla. Niet. Al massimo svendiamo. Così tutto l’entusiasmo si riversa sulle cessioni: l’Hull City vuole Muntari! Alè! Mexes forse al Monaco! Ci sono West Ham e WBA e i cinesi su Nocerino! Ma prego! E Constant? Non lo vuole nessuno questo bel giannizzero con il nasone? Dai che viene via a poco. Anzi, ve lo regaliamo se lo venite a prendere con il furgoncino, come si fa con i mobili Ikea quando non ti servono più.

Arriva mercoledì e la Coppa Italia. Oh, ci teniamo. E’ un obiettivo fondamentale. E’ la strada per l’Europa.

Per i primi dieci minuti, forse.

Il resto è uno strazio che ti fa provare quell’imbarazzo quando al liceo un tuo amico veniva umiliato in un’interrogazione di latino. Un disastro totale, sfiancate, senza attenuanti, in cui a parte Balo, non si salva nessuno, con vette di vergogna assoluta per gente come Noce, Emanuelson, Robinho. Ma in generale la sensazione è quella di una pochezza umiliante per la nostra storia. Inutile metterla sul ridere, qua c’è davvero da piangere. L’alibi dell’incapace in panca ha funzionato per un po’. Adesso Seedorf ha pochissimo tempo per capire cosa fare. E questi mesi saranno anche utili per rendersi conto se è in grado o meno di allenare una squadra di calcio. Ma a Giugno la parola d’ordine deve essere una sola: cacciare i soldi. Siccome resteremo sicuramente fuori dall’Europa, che nessuno ci venga a dire che senza Champions non si investe, perché fra un anno siamo punto e a capo. Non sono ammissibili campagne acquisti basate sugli ultimi tre giorni di mercato. Sugli scambi, sui prestiti, sulle occasioni. Se sarà così, diciamocelo subito senza troppi giri di parole. Dopo aver combattuto la campagna per restituire Allegri al suo gommone, la prossima sarà perché la Presidenza esca allo scoperto e dica: questa società non riusciamo e non vogliamo più gestirla. Nessuno ci venga a dire che non è pensabile tornare al Milan degli olandesi. Non possiamo nemmeno diventare la decima forza del calcio italiano. I gobbi, i pulcinella, i viola, persino l’Inter dimostra maggior dinamismo di noi. Totalmente incapaci di fare grandi acquisti. Però anche di scovare gli Iturbe, i Pogba, i Kovacic, i Verratti. Nessuna programmazione. Nessuna strategia a lungo respiro. Una società che si comporta come una vecchia stirpe nobiliare, che prende il thè alle cinque nel servizio buono mentre la casa sta cadendo a pezzi. Che combatte piccole e meschine lotte lungo i corridoi per il proprio utile e il proprio potere. Tutto questo non è accettabile. A noi questo non va bene. Che se ne vadano. Che vendano, allora. Che noi, di sentirci dire che siamo il Club più titolato al mondo, ma con i parametri zero, ci saremmo rotti il cazzo.

 

8 Risposte a “Una Stagione all’Inferno n.11. Milan-Verona, Milan-Udinese”

  1. Complimenti per l’articolo. Condivido in pieno. Lucido ed equilibrato. Dimostrazione che noi sappiamo fare autocritica senza tirare fuori scuse puerili e senza puntare il dito sugli altri ( si, ma voi…. ). Grazie

  2. L’abisso.
    Uscendo da San Siro un ragazzino dietro di me ha urlato ai 4 amici di Criscitello esultanti “Tanto quest’anno non vi salvate!”, per un attimo ho pensato stesse parlando ai nostri che uscivano mesti dal campo.

  3. d’accordo su tutto fuorché sul compagno Valter.
    con Birsa in campo abbiamo fatto 18 punti in 12 partite, che non è granché, ma di questi tempi uno si accontenta. Birsa poi ha fatto due gol decisivi e ci ha fatto fare 6 di questi 17 punti.
    senza Birsa: 8 punti in 8 partite.
    quindi, se la matematica non è un opinione, l’entrata in campo di Birsa non va temuta, ma anzi acclamata, perché Birsa porta bene (porta benino, diciamo), tant’è che anche contro il Verona abbiamo segnato nel secondo tempo, quando Birsa era lì a seminare il panico fra i gialloblù.

  4. …..con gli altri Veterani di Banda Casciavit, stavamo già’ pianificando la trasferta nella capitale, per la finale. Il problema, pensavamo, era quello di disfarci dei Viola….ma in un doppio confronto, magari, ci sarebbe andata bene…..Invece siamo usciti indegnamente contro una squadra attualmente sotto processo dai suoi stessi tifosi, nella sua annata più’ scarsa, con l’allenatore in tuta di acetato che sembra sempre li’ li’ per mollare tutto…..correvano il doppio dei nostri, affondavano come dentro al burro, si sono mangiati 4 gol….ho visto , tra i nostri, l’impotenza, la mancanza di idee, lo scoglionamento, la pochezza, il disinteresse per la maglia e per la competizione, quell’aria di smobilitazione che ci potrebbe far precipitare nell’abisso….Si’, la proprietà’ ha davvero rotto i coglioni ed e’ assente quanto quella delle merde dell’altra sponda, solo che quello, almeno, c’ha la scusante che vive a migliaia di km…..Era da tempo che non uscivo cosi’ mortificato dal mio stadio…che oltretutto non so neanche più’ per quanto sara’ ancora mio…..Sono costernato.

  5. mi sento come in un lutto, sento la voglia di stare con la mia gente, che tanto non devi spiegare niente perché soffre nello stesso modo. ho voglia di tornare a San Siro il prima possibile per vedere fin dove arriva questo cazzo di fondo. per potermi piangere addosso con i miei fidi compagni. Avvilito.
    Ma torneremo a ruggire, prima o poi torneremo.
    SIA CHE VINCA SIA CHE PERDA FORZA MILAN INTER MERDA!!

  6. Grazie Conte per aver citato le mie mitiche scene mute nelle interrogazioni di Latino (Ferradini puttana!)…..d’altronde il Latino nella vita è come l’Inter….non serve a un cazzo!!!!!

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