Una Stagione all’Inferno cap.18. Milan-Boiadé 3-0

Bambini venite parvulos. La Pasqua è vicina, ma siccome siamo uomini di Fede, invece di programmare ponti, gite e weekend romantici ci presentiamo a San Siro in una frizzante giornata novembrina. C’è da dire che data l’imminente festività, pronti via c’erano state fin da subito delle avvisaglie che si era prossimi ad un esegesi religiosa: Abate che al terzo scende sulla fascia e piazza un cross al bacio, talmente perfetto che nessuno se l’aspettava e quindi nessuno raccoglie. Constant che poco dopo fa un recupero prodigioso, ruba palla e riparte. L’apparizione di S.Pietro sulla traversa coincide con una doppia esperienza mariana: i solerti difensori del Livorno lasciano quei cinque-sei minuti a KConstant & the Sunshine Band per stoppare il pallone, prendere la mira e con tutta calma scodellare un cross carico di buoni sentimenti cristiani. Balo, che probabilmente di testa non segnava nemmeno al campetto con la maglia del Lumezzane, nel nome del Signore allontana un difensore con la sola imposizione delle mani e la gira precisa all’angolino.

Ci rilassiamo tutti e ci scambiamo un segno di pace. A differenza di quei tignosi e retrocessi del Catania, il Livorno non smania dalla voglia di vendere cara la pelle, anzi.

Che poi se dipendesse da me, Livorno, Chievo e Sassuolo le farei retrocedere tutte e tre insieme al Catania, in una sorta di 3X4 per la Serie B. I Baldi & Fieri me li ricordo, il primo anno in Serie A. Che fastidio. Erano planati in settemila a S.Siro con le loro bandane a romperci il cazzo sul Berlusca. Se c’è una cosa che il tifosotto avversario medio non ha capito, è che a noi, in quanto milanisti, di Berlusconi interessa solo una cosa: che cacci la lira. Per il resto, ognuno ha (o perlomeno dovrebbe avere) il cervello per trarre le debite conclusioni a casa sua.

Invece. Cori su cori. E noi buoni, per non farci poi bollare subito come quelli che stanno da una parte o dall’altra. Giustamente, eh. Che una cosa l’ho sempre pensata. Se c’è una cosa cretina allo stadio è la politica, che sia rossa, nera, gialla o verde. Non serve a niente ed è sempre lo specchio per altro.

Quando erano spuntate fuori dal nulla le famose BAL c’era tutta una corrente di pensiero filo-livornese che diceva ma che bravi ma che belli. E dall’altra, un’altra che ringhiava: zecche qua zecche là. Io pensavo, ma questi chi cazzo sono? Ma chi li ha mai sentiti. Stalin, l’eskimo. Ma per favore. Mi era preso il dubbio che in realtà fosse una specie di scherzo collettivo, un po’ come le teste finte di Modigliani, che si sa che i livornesi son burloni. Devo dire che in breve si erano presi una pioggia di diffide che manco il Napalm in Vietnam. Però quando quella sera i loro compaesani hanno tirato qualcosa a Dida (si vede che era il destino di Nelson pigliarsi le cose in testa) lì finalmente ci siamo sfogati. E i boiadè tutti zitti. Che di fanculi tonanti se ne sono presi. E poi ancora nel 2014 fanno le risposte ai cori in livornese pensando di essere tanto ironici e divertenti. Ohohoh, ma che risate. L’anno prossimo mandateci una cartolina da Cittadella, che lì fanno ancora le repliche di Ovosodo nei cinema parrocchiali.

Andiamo al riposo con un bel 1 a 0 in saccoccia e ci chiediamo: basterà? Eccome. Questa volta Taraabt si è ricordato di cambiare le pile e invece di afflosciarsi come il pupazzo del luna park come fa sempre nella ripresa, continua a regalare numeri che manco la compianta Moana al Teatrino: serpentine, dribbling, triangolazioni che spesso esistono solo nella sua testa e in quella di Euclide. Fortuna che invece azzecca quella precisa precisa con Balo, uccellando di giustezza Bardo Bardi (che mi dicono essere delle Merde). 2 a 0 e tutti a casa. A leggere magari cosa dicono i siti di calciomercato, tipo che Adil & Adel stanno giocando fin troppo bene, e che il loro riscatto (condizionato da un consistente sconto) è a rischio. Cioè ma scherziamo? Ma che devastante sconfitta sarebbe a livello d’immagine NON portare a casa forse i migliori due acquisti (possibili) di questi ultimi tragici due anni di mercato? Per tenerci chi dietro? Mexes che prende quattro milioni all’anno, Bonera e Zapata?

Alla fine segna anche Pazzo e siamo tutti felici come se fosse Natale. Povero ragazzo, c’è da dire che alla faccia del soprannome, c’ha una pazienza davvero ecumenica: prima si scassa, poi trova un allenatore che non lo vede manco con il binocolo, anche se là davanti abbiamo il 9 che gioca fisso venti metri dietro a dove dovrebbe stare. Clarence per certe cose per me rimane enigmatico come i monoliti dell’Isola di Pasqua, però mi unisco volentieri all’applauso collettivo dello stadio quando la Curva fa il suo nome. Il trattamento che gli stanno riservando è semplicemente disgustoso. Che piaccia o no, siamo a cinque vittorie consecutive, una differenza punti rispetto al suo predecessore a dir poco imbarazzante. Che altro deve fare? Rimettersi la maglia? Far vedere all’offeso Montolivo cosa significa fare il regista a centrocampo?

Finisce, e anche a questo giro non ci ha detto malissimo. Lazie e Toro pareggiano e a noi fa un gran comodo. Pure a denti stretti, la vittoria delle Merde a Parma forse non è malaccio. Insomma, I have a dream. Per essere un milanista 2.0, mettersi a fare le tabelline e gli incroci per vedere se sì, è davvero possibile un sogno insperato ad inizio stagione chiamato sesto (SESTO, in caratteri romani VI) posto può essere letto in due, anzi tre chiavi di lettura.

1) è stato un campionato noioso, frustrante, orribile. Come quando ti devi lasciare con una e poi non ti decidi. Anzi, proviamoci un’altra volta, che non si sa mai. Già che deve finire, almeno darsi un obiettivo minimo aiuta a dare senso a tutto questo spreco di impegno, dedizione, incazzatura.

2) Così come i traumi si tramandano attraverso il DNA, dentro di noi si è risvegliato quell’animo casciavit che 30 anni fa faceva pompare adrenalina ai milanisti all’idea di trasferte esotiche come Lipsia contro il Lokomotiv o ad Auxerre. L’idea di passare dei giovedì sera a San Siro contro temibili avversari come lo Skonto Riga o il Cluji ci fa rizzare i peli sulla nuca.

3) ci siamo ormai arresi all’evidenza dei fatti: quella roba che vediamo il mercoledì in tv è un altro gioco, che vagamente ricordiamo di aver praticato anche noi in ere lontane. La musichetta della Scempions League risveglia in noi subliminali reminiscenze pavloviane, un po’ come succede con il bambino traumatizzato di Profondo Rosso. Constatato che Cristiano Ronaldo non è Birsa e Xavi non è Muntari, ci rassegniamo alla situazione odierna.

Che poi, tifosi rossoneri tifosi milanisti, casomai non ve ne foste accorti: è esattamente così che ci vorrebbero.

3 Risposte a “Una Stagione all’Inferno cap.18. Milan-Boiadé 3-0”

  1. Situazione odierna? E’ ancora niente , se fanno lo stadio a Baggio scommetto che Galliani scoverà nei polverosi meandri dell’ ospedale militare qualche sfigato che è ancora lì in attesa dalla visita di leva del ’93. Se è c4 e l’esercito lo cede a parametro zero ce lo troveremo in campo.

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