Una Stagione all’Inferno 8 – Milan-Rumente 1-1

Non mi ricordo chi l’abbia detto, ma non doveva essere un Tiziano Crudeli qualsiasi quello che ha sentenziato che la storia si presenta una volta come tragedia e la seconda come farsa. Sta di fatto che se il barbuto Henrik Ibsen avesse fatto ieri un giro per S.Siro invece che fra i fiordi di Oslo, avrebbe scritto cose ben più pepate di quella lagna di “Casa di bambola” (…che poi voi vi ricordate un norvegese con la maglia del Milan? Io solo quel biondino di Nielsen, che ha fatto giusto in tempo a piazzare una pera su punizione nel derby del 5 a 0 di Coppa Italia del 98 prima di eclissarsi come uno Smoje qualsiasi).
La disperazione collettiva quando l’omino in giallo ha fischiato la fine era rappresentativa dello sfacelo a cui siamo ormai arrivati: al 93° di una partita giocata all’assedio, uno dei più vituperati di tutti, Zapata, aveva appena ciabattato fuori l’ennesima occasione plateale. Sotto di me tre genoani (simpatici, ironici e obiettivi, devo riconoscere. Oltre che con una sana propensione al suicidio) si abbracciavano come se avessero vinto il Mondiale, mentre tutti gli altri casciavit tiravano calci ai seggiolini, pregustando la libidine, non realizzabile, ahimè, di tirarli con precisione in campo cercando di abbattere qualcuno dei nostri.

Del resto, poteva concludersi solo così una partita cominciata con una coreografia della Sud destinata ad accogliere il ritorno di un diffidato, Luca, con la stessa sobrietà che si usava in Romania nel fare gli auguri a Ceausescu e che assurdamente tutte le televisioni di settore hanno preso per un omaggio ad Antonini, causa omonimia. Cioè, Antonini. Ma come si fa anche solo ad immaginare una cosa del genere. Uno che la cosa migliore da noi l’ha fatta svuotando l’armadietto a Milanello (ma il Corriere -mi pare- ha anche avuto il coraggio di scrivere: ‘ma non faceva comodo ad Allegri sulla sinistra?’. No. La risposta è NO). Ma allora, se serve solo questo, basta dirlo. Prepariamo bandieroni con la faccia di Muntari e di Zapata. Gigantografie in 3D con il nasone di Costant. Facciamo la ola in onore di Emanuelson. Così magari anche loro si presentano con le valigie al casello di Melegnano.
Ecco, la Curva. E’ stata la vera novità della serata. Tutti si chiedevano: contesteranno? Hanno contestato, e anche platealmente, niente da dire. E devo riconoscere, anche in modo e deciso e intelligente, presentandosi all’uscita dei box senza dare ai Playmobil il minimo appiglio per una pioggia di diffide. Ora però, fra la miriade di striscioni esposti (alcuni davvero pregevoli. Il mio preferito: “dal grande Milàn -con l’accento- a quello di Zapata e di Costant) ce ne è uno che mi ha incuriosito. Lo cito forse non con precisione, ma il senso era questo: ‘Non rovinate in pochi mesi 27 anni di gloria’.

…In pochi mesi? Ho capito bene?

Cioè, che ci sia un problema ve ne accorgete ADESSO? Quando ci hanno venduto Ibra e Thiago smontando una squadra senza preoccuparsi minimamente di gestire il vuoto che si era creato andava bene? Quando ci siamo qualificati per la Champions a Siena e l’ìmbecille era partito con ElSha e il Pazzo in panca andava bene? Andava bene difendere il posto di Allegri con un comunicato stampa? Andava bene presentarsi in festa al raduno a Milanello con bandiere e striscioni dopo una campagna acquisti inesistente e fatta con i soliti “Siamo competitivi” e “Siamo a posto così”?

Che al Milan manchi di un progetto, di un’idea e di un’anima è cosa evidente a tutti da almeno due anni. C’è stato un momento preciso in cui tutti abbiamo sperato che fossimo vicini ad un nuovo ciclo, cioè quando a Gennaio del 2012 Tevez stava per firmare e soprattutto ci stavamo liberando di quella zavorra chiamata Pato. Mi ricordo che seguivo la trattativa durante una noiosissima riunione di lavoro e che quando ho letto il post: “E’ saltato tutto, Galliani farà ritorno in serata a Milano” ho ululato come un giovane Lupo Mannaro in libera uscita. Adesso è evidente: il niet arrivato dalla stanza dei bottoni ha originato la slavina che ha travolto tutto fino ad arrivare a ieri. Piace ricordare che a fermare tutto è stata la stessa persona che adesso vuole prendere il controllo della società. Cioè, è incoraggiante no?

Come è incoraggiante sentire ancora voci di mercato su El Sharaawy. Massì, vendiamo ElSha, che ha il peccato di avere 21 anni e aver fatto 16 gol nella sua prima stagione da titolare, di non aver mai preso un giallo che io mi ricordi, di non aver mai fatto una dichiarazione fuori posto, polemizzato con la società, niente.
Del resto di che fiuto sopraffino siano dotati i nostri lo si è visto sabato sera. Non abbiamo nessuno che sia arrivato a più di tre reti. Balotelli è in una fase implosiva da chiamare al volo uno piscologo lacaniano, Matri si è ormai immolato alla causa di dientare un nuovo Malaussène e si piglia tutti gli insulti di San Siro – giustificati peraltro, visto che cicca da un metro una palla che bastava solo mandare diritta. Roba che per dire, avercene di Gilardino, infamato come un Cassano qualsiasi, quando invece è un Signor giocatore che fa a sportellate, tiene alta la squadra e se non altro quando tira i rigori piazza delle bombe, che male che vada ammazza Abbiati. 
Invece Briciola si salva e all’uscita eccolo scortare Kakà a parlare con i tifosi inferociti. Ora, ma si può che l’unico che ci mette la faccia sia uno appena tornato a casa, mentre fra tutti i protagonisti del teatrino del potere che nemmeno Falcon Crest, nessuno abbia vouto dire: “Tranquilli, adesso faremo così e cosà, adesso succede questo e quello”? La nave affonda e scappano i topi. Ma tranquilli tutti, che se c’è da andare a fondo, ci mettiamo un attimo a trasformarci tutti in palombari. Tanto peggio, tanto meglio.
Non sarà mai niente rispetto ad andare a Campobasso e a Cava dei Tirreni no?

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