Una Stagione all’Inferno 12 – Milan-Toro

1 febbraio 2014

Per capire il senso di questa partita bisogna tornare a venerdì notte. Ero a casa e nella noia di un serata domestica, invece di andare come un cristiano qualsiasi su uno di quei siti con le donnine nude, ho deciso di farmi del male, rivedendo lo speciale di Sky sui 100 gol di Kakà con la maglia del Milan. Ora, inutile che stia qua a condividere lo spleen esistenziale di un’esperienza simile: il goal al derby quando era appena arrivato inzuccando un cross di Gattuso, la bomba contro il Man Utd nella semifinale di Champions, le due reti clamorose all’Old Trafford con i due difensori che si schiantano l’uno contro l’altro mentre vola da solo verso la porta e la mette di giustezza. Eccetera, eccetera, eccetera. Insomma, mentre ero lì che mi asciugavo le lacrime con un fazzoletto inamidato con le mie iniziali ricamate, ho iniziato a prestar attenzione ai particolari, un po’ come fossi alla ricerca del mio personale Kaiser Soze.

Ebbene, prima della dipartita del buon Ricky I belong to Jesus per Madrid, dal gol 1 al gol 90, appena la metteva arrivavano ad abbracciarlo gente come: Seedorf, Sheva, Inzaghi, Beckham, Ronaldinho, Cafu, Ronaldo (e Brocchi. Brocchi è incredibile come riesca a spiccare per presenzialismo, considerato quanto poco potesse giocare all’epoca. Forse correva direttamente dalla panchina per entrare nell’inquadratura). Dal gol 95 circa in poi invece a dare le pacche sulla testa a Riccardino nostro ci sono: Muntari. Bonera. Robinho. Birsa. Spot the difference. Ma cosa è successo?

Ci vuole pochissimo a capirlo. Il crollo di qualità, di personalità, di classe in questi anni è stato pressoché simile al volo di Felix Baumgartner. Verticale tendente alla picchiata. Tutto qua. E allora mi è tornata la voglia, sopita da anni di immonde prestazioni fornite da altrettanto mediocri pedatori, di vedere gente che sa giocare a calcio BENE. Che sa cosa fare quando ha un pallone fra i piedi. Che si prende delle responsabilità e che fa la differenza.

Non sono certo queste nobili motivazioni che mi hanno spinto in un sabato sera piovoso e umido a presentarmi splendido al mio posto a S.Siro, ma quell’ottusa consuetudine che scivola nel fanatismo fideista. Dietro, un migliaio di granata se la cantavano come nei giorni migliori, risfoderando cori che mi hanno ricordato quando venivano qua con Pennellone Silenzi, Casagrande, Pasquale Bruno, Aguileraportaciletroie e Vincenzino Scifo. 

Ora ragazzi, diciamocelo sottovoce – però la lettura della formazione è stato un brivido lungo la schiena. Clarence, ti abbiamo voluto tanto bene quando giocavi e hai un bonus di vite che nemmeno quando all’Astra Games mi piazzavo sulla consolle con la pila di gettoni. Ma due-tre perplessità ce le hai fatte venire. Tipo:

1) ma come si fa a schierare ancora Robinho? Un ex giocatore che non riusciamo a mollare a nessuno a causa del suo ingaggio surreale. Costantemente il peggiore in campo. Occhei, col Toro mancava Balo, ma dalla prossima là davanti facci vedere due punte come Dio comanda, invece di ‘sti quattro che intasano tutto

2) Muntari al posto di De Jong. Che Seedorf non veda tanto Nigel è – ahimè – cosa nota. Ma perché Muntari? Ma che fa questo, ipnotizza gli allenatori del Milan? Gli fa le macumbe? Dopo la partita ho sentito Clarence dire: “l’ho messo perché so che può anche tirare da lontano”. Ma è una spiegazione logica, considerato che in mezzo al campo più che seminare confusione non fa?

3) Bonera ancora centrale. Ora, è dura infierire contro Danielone, uno che te lo immagini come il vicino di casa che ti sorride con le borse dell’Esselunga quando lo incontri sull’ascensore. Ma non si può. Davvero. Gabriele, un fido amico milanista, nonché colonna delle Brigate quando erano ancora un gruppo leggendario, ha postato su facebook un link di una tele araba in cui due i cronisti commentano il gol preso da Immobile. Non si capisce nulla, ma prima dicono “Bonera”, poi “Franco Baresi” e quindi ridacchiano. Fate voi. E’ mortificante. Per lui, ma soprattutto per noi, cazzo.

Intanto Essien è in panca. E vabbè. E’ arrivato da poco dicono. Sarà. Ma se è questa la campagna acquisti, allegria.

Ora, anche lì. C’erano tre giocatori importanti sul mercato a gennaio. Tutti e tre più o meno indebitamente associati al Milan, tutti e tre che in ruoli diversi ci sarebbero serviti come due dita in gola ad una modella anoressica: Nainggolan, Hernanes, Jorginho. Ovviamente non si è visto nessuno. Non solo, alla fine salta pure Biabiany, che non sarà Ribery (però fa rima), ma come caratteristiche certo male non ci avrebbe fatto. Due giorni chiusi in un hotel e poi alla fine Ghirardi che dice: “Il Milan lo voleva solo in prestito”. Ma cosa pensano i nostri, che il mondo sia lì a nostra disposizione a mollarci i giocatori aggratise per la nostra bella faccia? Da qualche parte ho letto che a bloccare tutto è stata nientemeno che Lady BB, perché Biabiany “non la convinceva”. Ah, ma pensa. Forse nel senso che per portarlo a casa bisognava scucire della fresca?

Peggio ancora, lunedì leggo che avremmo bloccato Agazzi. Colpo di mercato. Arriva a zero. Agazzi. Che poi non sarà malaccio eh, tanto peggio dei nostri non potrà fare. Però può andare bene come secondo. Ma una squadra che punta a vincere lo scudo, dovrebbe avere altre ambizioni: o puntare Perin credendoci in prospettiva o prendere Marchetti già adesso. Costano? E grazie al cazzo.

Alla fine, se posso, la cosa più bella di Milan-Toro non è stato il bolide da mille metri che ha scagliato quel Cristone di Rami, uno che comunque zitto zitto mi sa che ce ritroveremo lì in mezzo fino a fine stagione (e anche oltre). La cosa più bella l’ho vista fare ad Alessio Cerci, che a metà del primo tempo è sceso sulla destra, ne ha bevuti un paio dei nostri e poi ha messo un cross incredibile tagliato alla perfezione con un colpo secco d’esterno. Fortuna che ad incocciarlo è arrivato quell’ignorante uscito dall’IKEA di Farnerud, che almeno ci ha risparmiato uno 0 a 2 che sarebbe molto probabilmente stato tombale. Ecco, Cerci è un giocatore che dovremmo comprare domani. Ci serve come il pane, è al massimo della maturazione. Io voglio che il Milan sia su questi giocatori. Non è possibile che persino un Cerci, con tutto il rispetto, sia diventato impossibile da raggiungere, come se domani al Cittadella venisse in mente di provare a strappare Iniesta al Barcellona.

Lunedì sera mentre stavo guardando distrattamente il derby di Genova (a proposito, ma De Silvestri? Non sarà un fenomeno, ma almeno difende) ho letto su Internet una ficcante dichiarazione di Paolo Berlusconi: non è escluso che si torni a fare investimenti. Come, non è escluso? Ah, sennò come pensavate di fare? Di rinnovare Bonera e Zaccardo? Di riscattare magari anche Traorè? C’è una sola cosa da dire e bisogna ripeterla fino allo sfinimento: adesso se volete rimanere nel calcio bisogna cacciare i soldi. Bisogna spendere. In modo oculato, sensato, con una programmazione, senza essere ostaggio dei procuratori. Ma bisogna spendere. Anche perché di sentirci dire “siamo a posto così” e “siamo competitivi” non se ne può davvero più. Altrimenti, ciao grazie, è stato bello.

E se non lo dirà la Curva, oggettivamente in uno stato di pressione enorme – oltre ai legittimi dubbi in merito che ha sollevato in tutti questi anni di paciosa connivenza – succederà solo una cosa tristissima: uno stadio ancora più vuoto, ancora più abbandonato. Con uno scemo che all’annuncio delle formazioni si sgola ad urlare nomi che non ripete nessuno.

2 Risposte a “Una Stagione all’Inferno 12 – Milan-Toro”

  1. ……..Come può sentirsi, uno come me, mentre assiste a Milan – Torino? Uno come me, che ha la moglie Granata Torinese Sabauda, uno come me che si è sposato a Superga, ( davvero! ),uno come me che la prima sciarpa che ho scambiato nel 1978 era la prima delle BRN con la prima degli U.G., uno come me che un piccolo angolino del suo cuore rossonero ce l’ha con il Toro rampante, uno come me che quando il tabellone a San Siro segnala il gol del Toro esulta regolarmente e gli amici Casciavìt attorno lo insultano e gli tirano le sberle sul coppino….Se c’è una partita in cui non mi incazzo se non vinciamo ( basta che non perdiamo…) è questa. Però questa volta sono uscito depresso, anziché sereno e politicamente corretto. Perché se lottiamo per strappare il pareggio con il Toro, ( il TORO !!!) torno indietro di 30/40 anni, quando prima Pulici e poi Shachner ci facevano ballare e mi rendo conto, una volta di più, che il nostro Milan non è più il Milan che sappiamo…

  2. E comunque la giocata di Cerci è stata da urlo, soprattutto se siamo costretti a subire le pedalate di Robinho e le straripanti “accelerazioni” di Honda.

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