Tenera è la notte – cap.III. Milan-UnaSquadraInutile 2-1

24 Ottobre 2015

Partiamo dalla fine. Cross, carambola, Luiz Adriano la incoccia, palla in porta. Gol. Lacrime, abbracci, pugni al cielo. Il tutto per tre miseri punti contro il Sassuolodimerda. 

Ora, non so su quali basi lo dicano, visto che io sono un raffinato intellettuale, ma molta gente presume che casa mia sia paripari a quella di Donato in ‘Eccezzziunale Veramente’, con la bandiera della stella al posto della coperta e il pupazzo della mascotte Dudi sul comodino (…che peccato che sia finito il periodo d’oro dei megapupazzi. Mi ricordo quando andavamo a vedere i gobbi a Torino e passavamo tutto il tempo prima della partita a centrare con le torce la versione gommapiumata di Del Piero. Un divertimento innocente che oggi costerebbe una pioggia di diffide fino alla terza generazione. Permalosi).
Invece, pensate un po’, ho appena appena due foto incorniciate: Sheva che la mette alle spalle di Buffon a Manchester – ca va sans dire – e Aldone Maldera appeso alla transenna dopo quel meraviglioso gol in rovesciata contro l’Avellino.

Come come? Avete studiato, vero? Vergognatevi: 25 Aprile 1982. Abbiamo appena vinto a Marassi contro il Genoa, la Fossa dei Grifoni ha pensato bene di rompere il gemellaggio facendo un’imboscata ai nostri che mai se la sarebbero aspettata, mancano quattro partite alla fine. malderaInsomma, siamo disperati. Farina, da poco Presidente, si presenta addirittura in Curva con il suo cappottino. Pronti via, segna Juary dopo due minuti e fa il suo solito giro attorno alla bandierina. Se prima diceva male, adesso butta malissimo. Invece in poco più di tre minuti la ribaltiamo: prima pareggia Novellino, poi Maldera segna un gol da cineteca con una bicicletta al sette e va a festeggiare attaccandosi alla cancellata dei parterre, con la gente sotto in delirio che lo acclama come fosse il Messia.
Ecco, in quella foto, insieme all’immagine di Mark che la incorna nell’angolo sovrastando quell’infame di Collovati (il 28 Ottobre c’è l’anniversario, segnatevelo), per me c’è tutta l’essenza dell’essere casciavit: la sofferenza, l’orgoglio, l’attaccamento alla maglia, l’onore.

E voi direte: tu ci hai visto tutto questo nel gol di Luigione Adriano? Ovviamente no.

farina
(foto magliarossonera.it)

La modestia che viviamo non è nemmeno paragonabile a quei giorni di passione epica: mi sono interrogato lungamente per trovare a quale era geologica appellarmi per trovare una similitudine con questa palude esistenziale, e alla fine, in modo del tutto arbitrario, ho pensato che potrebbero – dico potrebbero – essere stati così gli anni 70 fra il post-Verona e la Stella, insomma, grossomodo dal 1974 al 1978. Cinque anni di fondamentale nulla, in cui la squadra vedeva i suoi simboli man mano andare via e i giovani leoni come il Capitano non ancora affermarsi. Fondamentale testimone dell’identità milanista rimaneva l’immenso Gianni Rivera, che in pratica, da solo, ci ha evitato la retrocessione nel 76-77, campionato in cui abbiamo pure vinto la Coppa Italia contro le merde. Che voglio dire, ora come ora per un finale di stagione così darei un rene. Stagioni grigie che si accompagnavano oltretutto anche alla totale incertezza societaria, con una sequela di Presidenti avventurieri che si alternavano senza una vera guida precisa.

Detto questo, io pagherei oro per vivere quegli anni in curva. Sono quelli in cui la Fossa si sposta nella Sud dal rettilineo e nel 1975 nascono le Brigate Rossonere. Che spettacolo che doveva essere, basta pensare alla foto al Comunale di Torino con i nostri con i caschi in mano.

Cioè, i caschi.

Insomma, converrete anche voi che un minimo di effetto deja-vù ci sia.
Del thai che ci dovrebbe comprare, nessuna notizia certa. Arriva, non arriva. Sono soldi suoi, del Berlusca, del Monopoli. Non si sa, boh. berlusconi galliani sassuolo
In campo, procediamo a tentoni, ci attacchiamo a piccole certezze, che ne so, Bonaventura e la sua solita prestazione più che dignitosa, Romagnoli che acquisisce sempre più sicurezza, Bacca che se gliela danno prima o poi qualcosa di pericoloso combina. Però quanta fatica. Quante complicazioni inutili. Ha senso mettere in porta un povero ragazzo che ovviamente fa un errore che ci costa il gol nell’unica vera occasione in cui sarebbe chiamato in causa? Ha senso partire con un centrocampo che dall’inizio schiera Poli e Kucka? Soprattutto perché non giochiamo per 70 minuti, aspettando l’assalto finale in cui tiriamo più volte in porta che un tutte le giornate precedenti?
Ora Sinisa, vedi di darci qualche sicurezza. Gioca con due punte, basta lasciare solo Carletto là davanti, dagli uno con cui fare sponda. Cerci ha finalmente piazzato una partita che è una. Mettilo laterale in sto cazzo di 442. Vuoi tenere quel rottame di Alex come centrale? Sei sicuro? E va bene. Ma non ripresentarci Zapata ancora, per favore.
Domani ci aspettano quegli altri inutili del Chievo. E’ tanto chiedere una partita e una formazione sensata dall’inizio alla fine?

Che poi, dover esultare come un disperato per aver battuto il Sassuolo, Cristo Dio. Qualche settimana fa ho visto un’inquadratura sull’ipotetica curva di questi qua, mi pare in casa contro la Lazie. C’era uno grande e grosso con la maglia degli Skrewdriver, per chi non lo sapesse, la più famosa band white power di sempre.
Cioè già mi stanno sul cazzo i nazisti dell’Illinois, ma quelli di Sassuolo, dai. Per favore.

Una risposta a “Tenera è la notte – cap.III. Milan-UnaSquadraInutile 2-1”

  1. Eppure in quegli anni lì, tra Fatal Verona e Stella, si è consolidata la mia fede casciavit. Ahimè neanche a parlarne di curva, per questioni anagrafiche (8 anni) e geografiche (850 km di distanza).

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