Songs of Faith and Devotion – Cap. III: Milan-Viola 1-3

Avete notato gli stivali dei soldati? E l’occhio della madre? Per non parlare del montaggio analogico. Ma esattamente, quando siamo diventati la Corazzata Potemkin? Occhei, non potevamo essere per sempre quel kolossal hollywoodiano che siamo stati per 20 anni e rotti, ma dai così no ragazzi. Così non è possibile.

Cioè, quando è successo esattamente che siamo diventati come le Merde degli anni 90? Gli allenatori che durano meno di un gatto in tangenziale, gli avvii di stagione disastrosi, gli acquisti a caso. Tutti noi abbiano avuto quell’amico, quel collega, quel conoscente interista che ti diceva che Recoba era un talento vero, che prima o poi sarebbe arrivato l’allenatore giusto, che avrebbe capito la posizione giusta in campo per farlo rendere da campione. E tu che ridacchiavi e dicevi, certo certo, che tanto poi vi facciamo piangere al derby o vi sbattiamo fuori dall’Europa, caro il mio coglionazzo. Ecco, il nostro Recoba si chiama Suso, la differenza è che mentre le Bave hanno avuto sempre una surreale debolezza per il Chino, domenica sera raramente si è sentito fischiare così forte mentre il Mattonella usciva dal campo.

Che poi che altro c’è da dire. Per ricordarmi una cosa così umiliante bisogna risalire al cappotto dei gobbi nel 97. Una squadra così allo sbando, senza riferimenti, cuore, anima, testa, piallata in modo imbarazzante e irrimediabile, che in confronto il derby è stato equilibrato, pensa te. Per altro in un anno e mezzo avete mai visto Vinnie farci giocare così? Macché. Invece no. Quattro sconfitte in sei partite, tre di fila, due in casa. Alè! No, nemmeno nel 1981-2 uno scempio simile. La Sud ad una certa si svuota e come gli Zen Circus manda tutti a fare in culo. Dagli torto.

Che alla fine giusto due cose sono da salvare. Il gol da cineteca per quanto inutilissimo di Leao, che ho visto mentre stavo andando a prendere la millesima birra (grazie AC Milan per spingermi sempre più in basso lungo rovinosa china dell’alcolismo) e la standing ovation per Frankino Ribery. Che a certo, a noi ci faceva schifo vero? Per pietà, a Elliott piace solo il teen porn, nulla che sia over 26, anche perché sennò a Gennaio sarebbe arrivo Zlatan e a quest’ora saremmo in Scempions, altro che vedere i Berghem nel NOSTRO stadio giocare la NOSTRA Coppa.

Invece no, Frankie si è beccato una meritatissima standing ovation. Anzi macché, una doppia ovazione. Al gol del 0-3 e poi quando è stato sostituito. A memoria solo per Baggio San Siro si è spellato così (io però non ero d’accordo, che sia messo agli atti, inammissibile applaudire uno che ci ha segnato con la maglia delle merde).

92 minuti d’applausi. Come per la Corazzata Potemkin.

Che per altro lo sanno tutti, è una cagata pazzesca.

 

 

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