Cronache del dopobomba. Milan-Bologna, 2-1

20 Gennaio 2013
Milan- Bologna 2-1

Kakà o Balotelli? Fichte o Hegel? Jenny la tennista o Supercar Gattiger? E soprattutto, comprare un difensore centrale degno di questo nome, no? Sono questi gli angosciosi interrogativi che attanagliano il popolo rossonero mentre se ne sta sbracato nella noia di un primo tempo di Milan- Bologna, anno del Signore 2013. Che poi, sbracato. Potrebbe stare anche sdraiato, messo per orizzontale, per obliquo, a stella. Come gli pare, insomma, tanto San Siro è così vuoto che mi ricorda quando nel 1987 entravo tre ore prima per prendere il posto in curva e mi sorbivo per ore le partite dei pulcini e le gare di tamburello (giuro, le facevano).

Lo speaker che annuncia le formazioni ce la mette tutta per rendere l’ingresso in campo di Constant (alla fine pure uno dei migliori in campo) un evento, come se si trattasse della finale di Scempions League contro il Real. Il pubblico, distratto, risponde a malapena.
E uno dice: eh il tempo – fa freddo caro il mio Lei. Come se in genere a Milano a Gennaio ci fosse il microclima dei Caraibi.
Poi torni a casa, ti fai un te’ caldo con i Pan di Stelle e guardi Tottenham Hotspurs- Manchester United (finita 1 a 1 per la cronaca, con pareggio meritassimo in extremis degli Spurs con Dempsey, che la mette e va ad abbracciare i tifosi a bordocampo, una meraviglia) e vedi la neve che scende copiosa, uno stadio leggendario come White Hart Lane strapieno, la gente che canta a squarciagola e ti chiedi: ma perché?

Perché la gente da noi si è rotta il cazzo di venire allo stadio? Che farà mai la domenica?Guarda Domenica In? Va all’Ikea a comprare in massa le leggendarie polpettine?

E allora pensi. Ce l’hanno messa proprio tutta. Calciopoli, i prescritti, la tessera del tifoso ecc ecc. Va bene. Tutto vero. Ma restando a casa nostra, una cosa giusta sull’affaire Kakà, Cravatta Gialla l’ha detta: dopo di lui se ne sono andati 25 mila che non sono più tornati. E fatti delle domande, allora. Hai deciso che vendi quelli forti? Ma almeno ogni volta non fare la manfrina del “lo tengo-faccio il sacrificio-mi rovino-poi ci ripenso-era un’offerta irrinunciabile”. Non dire ogni volta siamoapostocosì. Lasci andare via Nesta, Culone Seedorf, Gattuso tutti in una botta? Ma poniti il problema che hai cinque centrali (Marione, Bonera, Acerbi, Mexes e Zapata: un record) e NON UNO che dia delle garanzie.

Punti sui giovini? E allora che ci fa Pogba dai gobbi che è pure di Raiola? Lo vogliamo prendere Perin, che Abbiati viaggia per i 40 e Amelia a due gol subiti a partita?
Che almeno, come mi suggerisce Colo, mio fido compare di posto, un aspetto positivo di questa stagione sgraziata è che puoi pure permetterti di provare i giovani: abbiamo scoperto due titolari come il Faraone e De Sciglio, sta a vedere che mo’ ne viene fuori un terzo con Forever Niang. Che tutti dicono: ma è uguale a Balotelli! Invece per nulla, salvo la personalità e la propensione, speriamo azzerata da Via Turati, a fare cazzate nel privato. Corre, suggerisce, imposta e crossa, ci manca solo che la metta dentro e poi sarebbe l’hombre do partido.

Che invece alla fine, per forza di cose, tocca che sia Pazzini, uno che se giocasse sempre contro il Bologna si sarebbe già portato a casa il record di Gerd Muller, altro che Ciccio Messi. Il Pazzo ne fa due, uno più bello dell’altro, tocca dirlo, anche se per amore di verità fino al primo gol lo stadio intero lo aveva infamato per la sua sostanziale- e costante- impalpabilità. Dopo il 2 a 1 invece lo sport nazionale diventa infamare Mexes.

Ora, quest’uomo rimane un mistero. Dici: è scarso. Ma non è vero. Per circa 80 minuti fa il suo. Oserei dire quasi preciso. A volte persino elegante. Tendi quasi a fidarti. E invece lo sai. Che ha il malanno peggiore che possa toccare ad un difensore: la propensione alla cazzata. 

Se ce l’ha un attaccante, pace (…certo, a parte Robinho, ma lui è un caso unico). Inzaghi sbagliava a volte gol clamorosi gettando S.Siro nel più costernato degli imbarazzi. Poi però la metteva al 90° contro l’Ajax e lo si perdonava. Ibra spesso s’intestardiva in dribbling inutili (provate a dire qualcosa contro Zlatan che vi vengo a prendere a casa a uno a uno), ma ti faceva vincere da solo le partite. Persino Boban a volte lanciava nel nulla. Solo il Capitano non sbagliava MAI (a parte i rigori, ma in Nazionale. Che nel Milan saggiamente dal 1986 in poi hanno smesso di farglieli tirare).
Ma un difensore centrale non può averci la propensione alla cazzata. Che è diverso dall’errore che quando capita capita, e pace. Perché la propensione alla cazzata getta tutti nel panico costante. Compagni di squadra, allenatore, tifosi, tutti. E infatti, con una partita strachiusa, contro una squadra, il Bologna, che praticamente non ha tirato in porta, che fa? La butta alle spalle di Abbiati mostrando una reattività bradipesca.

Philippe parliamone, ma che c’hai? E soprattutto che estrogeni prendi? Cazzo sei gonfio come uno che deve giocarsi l’incontro della vita contro Hulk Hogan e Andrè The Giant.

Ultimi cinque minuti di panico, più percepito che realmente vissuto, che tanto il Bologna continua imperterrito a non fare un’azione che sia una, anzi a momenti il Farone mette dentro un Eurogol. Recupero (quattro minuti, una follia), sofferenza, fischio, fine.
Alè. Esultiamo e ci portiamo a casa questi tre punti, che la sera significheranno sorpasso su quella Real Roma che prima di Natale ci aveva sotterrato.

Usciamo dallo stadio, che in due secondi e mezzo, si svuota completamente. Sai che impresa.
Speriamo che la prossima volta, con in campo Kakà, Balotelli o Mazinga Z ci si metta un po’ di più.

Ci sentiremmo un po’ meno soli.

 

PS

Poteva essere solo una bella giornata. Poteva. Ma a rovinarla ci si è messa la sentenza che dice che Paolo Scaroni non è andato in coma, non è diventato un invalido al 100%, non ha perso quasi del tutto la sua memoria adolescenziale per colpa di qualcuno che lo ha pestato selvaggiamente. No, si è fatto tutto da solo. Forse perché sconta una colpa terribile: quella di essere un ultras e seguire la sua squadra del cuore, il Brescia. Non staremo qua a fare la facile retorica dell’ultrà buono e lo sbirro cattivo. Chi scrive, qualcosa ha visto e vissuto per sapere che non è così. Che la retorica dell’ACAB militante non funziona. Ma davanti ad una sentenza come questa, c’è solo da ricordarsi che in un paese che si definisce civile il concetto di ordine pubblico non corrisponde con l’impunità sempre e comunque. Che esistono le responsabilità. A Paolo dedico queste Cronache di oggi, tutto quello che posso.

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