Tutta Calciopoli in 90 minuti

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Cominciamo dalle basi. La Juve ruba? Boh, bah, chi lo sa. In mancanza di riscontri certi, sono solo discorsi da bar. E’ sicuro invece che c’è stato un tempo in cui la Juve ha rubato: non siamo noi sporchi milanisti a dirlo, bensì la giustizia sportiva, che le ha tolto i titoli del 2005 e del 2006, l’ha retrocessa d’imperio in serie B nel 2006-07 e ha radiato da qualsiasi incarico all’interno dello sport italiano Luciano Moggi, deus ex machina della Juve 1994-2006. Quanto alla giustizia ordinaria, ecco come si è espressa nei confronti di Moggi: nel marzo 2011 il Tribunale di Roma l’ha condannato a un anno di reclusione per violenza privata nei confronti di alcuni calciatori, nel novembre 2011 il Tribunale di Napoli l’ha condannato a 5 anni e 4 mesi per promozione di associazione a delinquere (il cosiddetto Processo Calciopoli) e tre giorni dopo, sempre a Roma, ha preso altri 4 mesi per minacce a Franco Baldini. Questi sono fatti. Ripetiamo: fatti.

(Altro discorso è il “come”. Non le condanne in sé, ma tutto ciò che c’è dietro quelle condanne, secondo noi abbastanza giuste – anche quelle che colpirono il Milan. Ma non è di questo che vogliamo parlare adesso)

Riassumendo brutalmente quell’epoca losca, potremmo insomma dire che la Juve rubava e il Milan cercava di rubare (quanto all’Inter, beh, cfr. paragrafo precedente). Lo si può sostenere anche con semplicissimi calcoli matematici: dal 1994 al 2006 la Juve vinse 7 scudetti e il Milan 3, arrivando secondo – dietro la Juve – nei due campionati incriminati, 2004-2005 e 2005-2006. E quindi, insomma, c’erano delle gerarchie.

La dimostrazione plastica di tutti questi ragionamenti sta appena in 90 minuti: Juventus-Milan 0-0, 18 dicembre 2004, ultima gara prima della sosta natalizia. A 38 punti, la prima Juve capelliana comanda con 4 punti di vantaggio sul Milan, ma l’ultima vittoria a Bologna – uno 0-1 con gol di Nedved a pochi minuti dalla fine – non è stata propriamente limpidissima, con due rigori negati a Cipriani, l’inesistente fallo di Capuano su Ibrahimovic che genera la punizione vincente di Nedved e, chissà, anche le ventotto telefonate intercorse durante la settimana tra Moggi e l’arbitro Tiziano Pieri, avvenute tramite apposite SIM svizzere (Pieri sarà sospeso in via definitiva dall’AIA nel luglio 2008).

Prima del via, un incidente di percorso: Maldini ha male a un flessore e Ancelotti è costretto a buttare nella mischia Costacurta che giocherà un partitone, complice anche l’inattesa inconsistenza di Del Piero e Ibrahimovic in attacco. Il Milan domina, colpisce un palo con Shevchenko ed è padrone del gioco e del centrocampo. La Juve si aggrappa alla sua formidabile linea difensiva Thuram-Cannavaro e al fosforo di Emerson, all’epoca certamente uno dei migliori centrocampisti al mondo, ma non può evitare di concederci almeno due o tre occasionissime, come quella che Pirlo spreca all’89’ calciando di un soffio a lato. Le dichiarazioni bianconere a fine partita tradiscono la soddisfazione per il punticino: Capello se la prende con la stanchezza dopo un inizio stagione a tavoletta, mentre Nedved ammette senza termini che il Milan “ha dominato“. Roberto Beccantini, juventino illuminato, scrive sulla Stampa: “Il migliore non vince sempre“.

E poi c’è Bertini. Che non è la capricciosa diva del cinema muto Francesca, ma il più discreto Paolo, anche lui toscano, anche lui un po’ civettuolo per il vezzo di arbitrare sempre con fischietti dai colori sgargianti. Cogliamo fior da fiore (li trovate tutti nel video qui sotto).

3′: Shevchenko dentro per Crespo, tirato giù in piena area da Zebina, sarebbe rigore ed espulsione, nulla di fatto.
10′: punizione da destra, “cravattone” di Zebina a Kaladze sotto gli occhi di Bertini che rimane imperturbabile.
13′: cross di Ibrahimovic e fallo di mano di Costacurta, non sanzionato. Perché lo segnaliamo? Per un episodio curioso extra-campo: due giorni dopo, Aldo Biscardi telefona a Moggi e gli racconta tutto orgoglioso che ha fatto taroccare la Supermoviola del suo inestimabile Processo in modo che il fallo di mano – commesso in realtà poco fuori area – risulti al limite dell’area.

BISCARDI: “C’è un Costacurta a favore della Juve, perché Costacurta c’aveva… l’unica moviola che ho fatto io, barando un po’, come puoi immaginare, che Costacurta stava dentro l’area con i piedi fuori ma con la mano che ha fatto il fallo da rigore, stava dentro l’area! Hai capito?”.
(…)
BISCARDI: Eh, vabbè! Come devo dì? Devo dì che non era rigore….di punizione? Eh!! Io voglio aiutà ‘a Juve!!
MOGGI: Eh… non era?
BISCARDI: …che non era punizione, perché quella non era punizione. Io invece l’ho fatta entrà dentro, ho detto che era rigore per la Juve!
MOGGI: …che hai fatto entrà dentro il mani?
BISCARDI: …a mano …hai capito? Eh? Così lui poteva non vederlo però io devo salvà a Juve!!
MOGGI: Allora, lì però… lì devi dà… devi dà la colpa all’assistente che non lo ha aiutato!
BISCARDI: E do’ all’assistente, va bene! Questo mo lo faccio subito!

Ricominciamo. 23′: Emerson ferma Kakà in campo aperto, niente giallo. L’azione prosegue, calcio volante di Nedved a Nesta, niente giallo.
32′: Ibrahimovic si accanisce addirittura su Gattuso, niente giallo.
46′ pt: tacchettata di Del Piero sul ginocchio di Nesta, niente fallo e – ovviamente – niente giallo.

Secondo tempo

5′: il guardalinee Ivaldi ferma Crespo in buona posizione per fuorigioco inesistente.
7′: per chiarire ancora meglio il concetto, lo stesso Ivaldi ferma Shevchenko lanciato a rete. Fuorigioco inesistente.
9′: Blasi scalcia e trattiene Seedorf, niente ammonizione.
16′: Nedved perde palla e si tuffa cercando il contatto con Cafu, Bertini abbocca e fischia fallo.
22′: Thuram regala palla a Kakà e poi cerca di stenderlo per impedire un contropiede 3 contro 1, se non che Kakà era rimasto in piedi e stava andando dritto verso Buffon in situazione di 3 contro 1: il classico caso da manuale in cui va concesso vantaggio. Invece Bertini, invece di aspettare la fine dell’azione per ammonire Thuram, fischia subito (doveva essersi improvvisamente ricordato di avere due cartellini a disposizione, e voleva fissare il ricordo) (che ne sapete, magari Bertini soffre di disturbi alla memoria breve, tipo quel tale di Memento).
27′: Cannavaro duro su Seedorf, niente giallo.
29′: Emerson affonda Shevchenko al limite dell’area, niente giallo.
38′: fallo tattico di Zebina su Pirlo, niente giallo.
45′: Zambrotta trattiene Shevchenko, niente giallo.
Dopo due minuti di recupero (almeno questi sono giusti, nella ripresa ci sono stati appena due cambi), la pagliacciata finalmente finisce. Il giorno dopo, sempre sulla Stampa (quotidiano non esattamente anti-juventino), Gigi Garanzini scriverà: “Il nemico storico Collina è stato messo in condizione di non nuocere dal sorteggio intelligente […] Qualcuno pensa che Collina, al terzo e poi eventualmente al decimo, avrebbe esitato un istante a indicare il dischetto antistante Buffon?“. Mesi dopo si scoprirà che, nelle 24 ore precedenti la partita, Bertini e Moggi si erano sentiti per 13 volte, con le solite schede svizzere: per sette volte è Lucianone a chiamare, per sei volte l’arbitro. Per altre 29 volte totali i due erano entrati in contatto attraverso l’utenza di Mariano Fabiani, delfino di Moggi, direttore sportivo del Messina che in quegli anni veniva portato a spinta in serie A. Dopo la primavera 2006, Bertini non arbitrerà più la Juventus in serie A.

Il 16 novembre 2010, al Tribunale di Napoli, Bertini rilasciò una deposizione spontanea che vi riportiamo testualmente nel passaggio relativo a quella partita. Voi, in compenso, cercate di non ridere troppo forte – specialmente se state leggendo di sera tardi, c’è rischio di svegliare tutto il palazzo.

“Nella gara denominata partita regina di tutte le partite, Juve-Milan, voglio rimarcare (ho rivisto 15 volte quella gara, non mi do pace) fu una partita arbitrata assolutamente bene. Lo dissero gli osservatori, qualche critico più oggettivo di altri. In quella gara ci sono dati oggettivi: 23 volte ho arbitrato in quella stagione, ho comminato 35 ammonizioni per squadra di casa e 41 per quella in trasferta, una media di ammonizioni di 1,52 per la squadra di casa e 1,78 per gli ospiti. Punizioni fischiati sono stati 449 a favore di squadra 437 per gli ospiti: equilibrio marcato. Questi sono dati ufficiali forniti alla Figc. Ho fischiato 4 rigori: 2 e 2 e 3 espulsioni. In Juventus-Milan una media di falli fischiati 42, 15 per la Juve, 27 per il Milan: un solo ammonito, contro la Juve. Uno scostamento rispetto alla media di 4,5 falli in meno alla Juve rispetto alla media e +8 per gli ospiti in quella partita. Io ho solo questo e le risultanze degli osservatori per confutare questa accusa: l’osservatore fu soddisfatto, commisi l’errore di fermare Kakà che subì un fallo con ammonizione perché era un fallo duro e invece Kakà poteva continuare a giocare. Fermai per un mancato vantaggio al Milan: questo è l’errore umano in quella partita”.

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P.S. Anche il Milan rubacchierà qualche punto durante quella stagione: a Bergamo, per esempio, o contro il Cagliari. Del resto, le telefonate dell’addetto agli arbitri Meani testimoniano la non estraneità al Cupolone da parte della società rossonera. Ma – come avete potuto vedere – non ci bastò ad arrivare davanti ai Maestri.

JUVENTUS: Buffon, Zebina, Thuram, Cannavaro I, Zambrotta, Camoranesi, Blasi (80′ Tacchinardi), Emerson, Nedved, Ibrahimovic, Del Piero (46′ Zalayeta) – All.: Capello
MILAN: Dida, Cafu, Nesta, Costacurta, Kaladze (62′ Pancaro), Gattuso, Pirlo, Seedorf, Kakà, Shevchenko, Crespo – All.: Ancelotti
Arbitro: Bertini

Pubblicato da Giuseppe Pastore

Pugliese, classe 1985, milanista di ferro. Prima partita di cui ho memoria: Milan-Barcellona 4-0. Ammetterete che poteva andarmi peggio. Qui sotto i miei contatti.

Una risposta a “Tutta Calciopoli in 90 minuti”

  1. se proprio si vuole riassumere quella stagione in 90minuti può andare, ma in 180′ la vergogna è ancora più limpida… la partita di ritorno, quella che assegnava definitivamente lo scudetto, ha avuto meno episodi ma molto più eclatanti: uno su tutti il rigore su Cafù.

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