L’ultimo valzer di Arrigo

Arrigo

L’ultima vittoria del Milan di Sacchi arrivò una domenica di metà maggio contro il Bologna di Gigi Radice, che era aritmeticamente retrocesso in B la settimana prima ed era salito a San Siro a fare semplice atto di presenza. Fu una giornata strana, sospesa tra la voglia di non mollare le ormai fievolissime speranze di scudetto e la necessità di dover guardare al futuro. Era infatti il segreto di Pulcinella: Van Basten era andato da Berlusconi e a nome della squadra gli aveva imposto il celeberrimo aut aut “O noi o Sacchi“. Dopo quattro anni di intensità paragonabile alla famosa cura Ludovico di kubrickiana memoria, i senatori non sopportavano più Arrigo; eppure ogni tanto non potevano esimersi di interpretare quello spartito di wagneriana possanza mandato a memoria da anni e gli capitava ancora di travolgere l’avversario di turno, com’era successo sette giorni prima con la malcapitata Juve di Maifredi e come successe, appunto, quel pomeriggio.

Una settimana prima, sempre a San Siro, la Sampdoria aveva messo le mani sul suo primo scudetto saccheggiando l’Inter a domicilio. Le nostre chances di titolo sono ormai ridotte al lumicino, con quattro punti di distacco alla terzultima giornata. Dopo lo squallido episodio di Marsiglia e la conseguente squalifica per un anno dall’Europa, la stagione si sta comunque concludendo in toni dignitosi. Arrigo, che già conosce il suo destino (la panchina della Nazionale dopo l’inevitabile licenziamento di Azeglio Vicini, su cui da mesi volteggiano avvoltoi profumatamente pagati dal presidente federale Matarrese), vuole comunque salutare in bellezza. Per le lacrime, in calendario per l’ultima di campionato con il Parma, si può aspettare; oggi va in scena un giocoso tiro al piccione al povero portiere di riserva bolognese Pilato, appena maggiorenne e subito bombardato da un Van Basten in grande spolvero. Il Cigno squaderna il suo intero repertorio: al 17′ ruba palla e trafigge Pilato con un colpo da biliardo con la collaborazione del primo palo; al 64′ il rigore come sempre perfetto, palla da una parte portiere dall’altra, dodicesimo gol su dodici tentativi in serie A; al 72′, infine, il colpo di testa in sospensione su cross di Maldini, con palla quindi incornata imparabilmente nell’angolo alto. Radice gli ha invano messo addosso uno stopper ancora adolescente che una decina d’anni dopo sarebbe entrato nel pantheon dei tifosi romanisti dopo una memorabile autogol in un derby: Paolo Negro. E a proposito, non perdetevi la chicca finale che potete ammirare nel servizio qui sotto: la camicia di Kubilay Turkyilmaz.

Nel secondo tempo piovono gocce di rossonero un po’ dappertutto. Chicco Evani, già eroe di Tokyo da parecchi mesi, timbra il cartellino con un’altra giocata da carambola su punizione; Marcolino Simone ruba palla sulla trequarti e scavalca con un tocchetto il tenero Pilato; a tempo scaduto segna anche Rijkaard, complice una difesa bolognese idealmente già a Cesenatico. La Samp ha pareggiato a Torino e dunque le rosicchiamo un punto, ma le basterà battere il Lecce tra una settimana per festeggiare (cosa che si verificherà puntualmente). Ma la questione è un’altra, più ampia, meno legata ai calcoli e più sentimentale: il diritto che tutti i nostri grandi generali si sono guadagnati sul campo. Il diritto a ricevere grandi addii, da vivi, in piedi, petto in fuori. E’ stato così con Sacchi come lo sarà per Ancelotti, che saluterà a Firenze insieme a Maldini osannato dall’intero stadio Franchi in piedi, e per Capello, che farà calare il sipario con il quarto scudetto in cinque stagioni (lasciate perdere il 97-98, quello è solo un brutto sogno). Sono gli addii che preferiamo, senza cieli grigi e facce tristi da funerale, applauditi in pomeriggi di sole e di festa; ed è anche per questo che siamo milanisti.

MILAN: S. Rossi, Tassotti, P. Maldini, Carbone, Costacurta, Baresi II, Simone (81′ Stroppa), Rijkaard, Van Basten, Ancelotti, Evani – All.: Sacchi

BOLOGNA: Pilato, Biondo, Villa, Galvani (59′ Anaclerio), Negro, Cabrini, Mariani, Di Già, Turkylmaz, Detari, Poli (46′ Waas) – All.: Radice

Arbitro
: Nicchi

Reti: 17′ Van Basten, 55′ Evani, 58′ Simone, 64′ rig. e 72′ Van Basten, 90′ Rijkaard

 

Pubblicato da Giuseppe Pastore

Pugliese, classe 1985, milanista di ferro. Prima partita di cui ho memoria: Milan-Barcellona 4-0. Ammetterete che poteva andarmi peggio. Qui sotto i miei contatti.

Una risposta a “L’ultimo valzer di Arrigo”

  1. Questa la ricordo (vagamente): era il primo dei miei tre anni di abbonamento con mio padre. Decisamente, avevamo scelto il periodo giusto. Avevo 10 anni.

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