L’altra Spagna

Un momento di Milan-Espanyol 0-2, 1987-88: in porta per gli spagnoli il funambolico camerunense Thomas N’Kono.

Sì, va benissimo l’epica di un 4-0 sbattuto sul muso del Barcellona di Johan Cruijff, e va ancora meglio ricordare con i lucciconi agli occhi il 5-0 al Real by Ancelotti-Gullit-Rijkaard-Van Basten-Donadoni. Ma la storia del Milan è ricca di incontri ravvicinati anche con le spagnole minori, quelle che hanno ballato una sola stagione o per meglio dire un solo decennio (senza andare troppo indietro ci sovviene il famigerato Deportivo, ora solo da qualche mese riemerso dalle secche della Segunda Division). Detto che il Diavolo non ha mai danzato nel plenilunio con squadre di un certo blasone come Valencia o Atletico Madrid (se facciamo eccezione per un dimenticato precedente anni ’50 nella Coppa Latina), andiamo a vedere come ce la siamo cavata storicamente con quella parte di Spagna né merengue né azulgrana.

ATHLETIC BILBAO. Un solo precedente, ottavi di finale coppa UEFA 76-77. E’ il primo Milan di Pippo Marchioro ed è un’annata disastrosa: dopo un girone d’andata con sole due vittorie su 15 partite e uno 0-0 interno col Cesena (con celebre striscione in curva: “SIAMO DISPERATI”) verrà addirittura richiamato Nereo Rocco. Affondiamo 4-1 al San Mamés e al ritorno serve un’impresa. E’ una notte da grande Milan: un gol di Biasiolo e una doppietta di Calloni ci portano sul 3-0, ma a quattro minuti dalla fine un pasticcio Bigon-Albertosi causa il rigore per i baschi, poi trasformato da Madariaga. Quell’Athletic è un’ottima squadra e arriverà fino in finale, dove verrà battuta dalla Juve.

BETIS SIVIGLIA. Nel 1977 il Milan di Rocco (appunto) è però riuscito clamorosamente a vincere la coppa Italia grazie alle reti del redivivo Giorgio Braglia, e il sorteggio al primo turno ci assegna gli andalusi. E’ il primo anno di Liedholm e non è un bel vedere: a Siviglia perdiamo 2-0 e come al solito siamo chiamati alla rimonta a San Siro. Va buca anche stavolta: Tosetto e Capello perfezionano l’aggancio, ma tre minuti dopo il raddoppio un gran tiro di Lopez vale la rete ospite che fa calare il sipario.

CELTA VIGO. Solo un precedente, nel girone di Champions 2003-04. Lo 0-0 di Vigo è una delle prestazioni più grigie dell’intero ciclo ancelottiano; l’1-2 di San Siro, a qualificazione già in ghiaccio, è la classica regalìa del Milan con la pancia piena all’avversario che deve ancora passare il turno.

DEPORTIVO LA CORUNA. Ed eccoci qui. Tre precedenti, tutti concentrati nell’arco di quattro stagioni, tre snodi cruciali nella storia rossonera. 2000-01: un tiraccio di Helveg (!) a fine primo tempo ci consente di sbancare il Riazor e illuderci di tornare in un quarto di Champions dopo sei anni, ma gli eventi precipitano e nell’ultimo match del girone siamo costretti a battere il Depor. E’ l’ultima partita di Zaccheroni, già liquidato dal Berlusconi più dispotico della storia, che a fine partita arriverà a licenziare Zac addirittura in diretta tv; è un Milan sfortunato che va sotto per colpa del mediocre arbitro Dallas e non riesce che a pareggiare 1-1. Altra storia nel 2002-03, quando in una serata irripetibile saccheggiamo 0-4 il Riazor con missile di Seedorf e tripletta di Inzaghi, gettando le basi per la lunga cavalcata fino a Manchester; ininfluente – more solito – la sconfitta per 1-2 al ritorno. Infine il pasticciaccio brutto del 2003-04: all’andata partita stellare dominata per 4-1, con un Kakà sublime e un guardalinee che impedisce a Inzaghi di segnare il quinto, sesto e settimo gol; il ritorno – dopo le solite incaute dichiarazioni di Berlusconi (“Voglio rendere l’Italia vincente come il Milan”) – è un lungo incubo che termina con gli sfottò dei tifosi galiziani che a fine partita intonano tutti insieme “Bandiera rossa”.

ESPANYOL. E’ la squadra che ha rischiato di far capitolare Arrigo Sacchi e di far prendere alla nostra storia tutt’un’altra piega, probabilmente peggiore. I catalani vincono 0-2 sul neutro di Lecce nell’andata del secondo turno di UEFA 1987-88, un risultato le cui colpe sono da spartire a metà tra una grave svista arbitrale sul gol dello 0-1  e una difesa ancora parecchio da registrare. La società concede ad Arrigo l’ultima prova d’appello, quattro giorni dopo a Verona: vinciamo 0-1, pericolo scampato. Ma nel match di ritorno al glorioso Sarrià non è tempo di miracoli: finisce 0-0.

SIVIGLIA. Un precedente solo, molto fresco: Supercoppa Europea 2007, pochi giorni dopo la tragedia di Antonio Puerta, scintilla del gemellaggio tra le due tifoserie. Sul campo il Milan chiude il primo tempo sotto di un gol prima di cambiare marcia nella ripresa: pareggia Inzaghi, sorpassa Jankulovski (!) con un memorabile sinistro al volo, chiude Kakà che esulta mostrando il nome Puerta sulla maglia rossonera.

SPORTING GIJON. L’unica puntata del Milan nelle Asturie risale ancora alla stagione 1987-88, primo turno di coppa UEFA (vedi Espanyol): perdiamo 1-0 l’andata ma al ritorno risolviamo la pratica già nel primo tempo, con doppietta di Virdis e gol di Gullit. Numero 3 di quel Milan, una delle più grandi e misconosciute meteore del Milan sacchiano: Walter Bianchi, terzino sinistro pupillo di Arrigo che se l’era portato dietro da Parma. Giocò titolare per un paio di mesi prima di cedere il passo alla Storia: qualcuno si ricorda di lui?

Pubblicato da Giuseppe Pastore

Pugliese, classe 1985, milanista di ferro. Prima partita di cui ho memoria: Milan-Barcellona 4-0. Ammetterete che poteva andarmi peggio. Qui sotto i miei contatti.

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