La parata (quasi) invisibile

didachievo

 

Papà, è più forte Buffon o Dida?“. Paradosso numero 1: sembra incredibile, ma è esistita un’epoca neanche troppo lontana in cui i bambini facevano domande del genere ai loro genitori. E non erano bambini e genitori qualsiasi: succedeva addirittura in un film (il famoso Il Caimano, 2006) di Nanni Moretti, lo snobbone degli snobboni, in cui il bimbo di turno chiedeva lumi al babbo Silvio Orlando. Paradosso numero 2: una delle più grandi e spettacolari parate dell’ultimo decennio rossonero è opera di quell’indiscutibile impiastro che è stato Nelson de Jesus Silva in arte Dida. Paradosso numero 3: nell’epoca della riproducibilità tecnica potenzialmente infinita di qualunque opera d’arte, su Internet non c’è traccia alcuna di quella parata. Perciò non ci rimane che fare come gli antichi: ricordarla con la memoria e con le parole, in attesa che l’era del copyright tramonti e si possa tornare a riveder le stelle.

Verona, 28 novembre 2004. Il Milan di Ancelotti è in mezzo a uno dei suoi soliti autunni né carne né pesce, a -6 dalla prima Juve di Capello che, con 28 punti nelle prime 11 giornate, sembra aver già preso il largo – ancora non sa (o probabilmente lo sa benissimo) cos’è destinato a capitarle di lì a un anno e mezzo. Di fronte abbiamo il primo Chievo del post-Del Neri, che sta iniziando la metamorfosi da brillante giovinetta d’alta classifica a navigata mestierante da bassifondi che sbarca il lunario a colpi di pareggi. Al timone c’è il milanese e milanistissimo Mario Beretta, che allena una squadra tutta italiana che è una specie di copia tarocca del bellissimo Chievo 2001-2003: al posto di Corradi c’è Federico Cossato, al posto di Eriberto e Manfredini ci sono Semioli e Malagò, al posto di Corini c’è Baronio, il Marco Masini del calcio italiano, qualche mese prima allontanato dal Perugia di Gaucci dopo aver scelto il numero 13, con l’accusa di portare una discreta iazza.

Da noi mancano sia Sheva che il lungodegente Inzaghi, ma appena qualche giorno prima abbiamo scoperto un nuovo bomber: dopo mesi e mesi di abulia pazientemente tollerata dall’amico Carletto, in Champions Hernan Crespo ha infilato una doppietta allo Shakhtar – e noi tutti sappiamo, soprattutto per averlo provato per anni sulla nostra pelle di milanisti, che quando Hernan ingrana poi non si ferma tanto facilmente. Come sua tradizione post-Champions, il Milan gioca assai male e ringrazia due volte i legni della porta di destra, che rimbalzano i tiri del gatto nero Baronio e del Tir Tiribocchi. Poi, grazie al suo surplus di classe e qualità imbarazzante in mezzo al campo (nonostante la presenza da titolare del misterioso Vikash Dhorasoo), passa immeritatamente in vantaggio: percussione centrale di Kakà, flash di calcio saponato tra Brighi e Mandelli e palla che perviene quasi per caso Crespo, che di prima fa secco Marchegiani.

Ed eccoci al momento fatale. 58′: punizione Chievo da una trentina di metri circa, posizione centrale. Baronio arma il destro e spara dritto per dritto, trovando la deviazione di Seedorf in barriera. Dida, che era già volato a coprire il palo di destra, si trova preso in contropiede e ha l’intuito e la freddezza di mettere a segno uno scatto di reni formidabile: mentre la palla sta per infilarsi sotto la traversa, lui si allunga come il proverbiale Tiramolla e la schiaffeggia il tanto che basta per metterla in corner. Un balzo prodigioso eseguito con il corpo quasi tutto in orizzontale, parallelo alla linea di porta, che congela di fatto ogni proposito di rimonta del Chievo. Nell’antichità dedicavano statue e pittavano anfore in onore dei grandi gesti atletici; oggi che siamo nel 2013 non c’è neanche uno straccio di video ripreso col telefonino. Vi pare possibile?

CHIEVO: Marchegiani, Moro, Mandelli, D’Anna, Lanna, Semioli, Brighi, Baronio (80′ Zanchetta), Malagò (72′ Luciano), Cossato II, Tiribocchi (57′ Pellissier) – All. : Beretta
MILAN: Dida, Cafu Nesta, P. Maldini, Kaladze, Dhorasoo, Ambrosini, Seedorf (78′ Gattuso), Rui Costa (86′ Pirlo), Kakà, Crespo – All.: Ancelotti

Reti: 49′ Crespo

Arbitro: Collina

N.B. Dopo lunghe e perigliose ricerche, alla fine quella parata l’abbiamo trovata in questo video, gratificata appena di un terzo posto nella Top 10 Saves in Milan di Nelson Dida. L’arte non viene mai apprezzata fino in fondo.

Pubblicato da Giuseppe Pastore

Pugliese, classe 1985, milanista di ferro. Prima partita di cui ho memoria: Milan-Barcellona 4-0. Ammetterete che poteva andarmi peggio. Qui sotto i miei contatti.

3 Risposte a “La parata (quasi) invisibile”

  1. Vorrei averne altri 100 di DIDA… grande portiere di “Parate & Papere”
    Ma quella con l’Ajax è assolutamente superlativa!!!

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