E di nuovo cambiamo casa

E’ giusto premettere che questo tipo di articolo nasce sempre appannato dai ricordi, dalla nostalgia, da uno sguardo diffidente nei confronti del futuro. Che ci volete fare. C’è da dire anche che nasce in un periodo in cui l’anima cacciavite di Milano è talmente sfinita che quei pochi che si sono soffermati sull’addio a via Turati – una goccia nel mare salatissimo di questo desolato autunno 2013 – lo hanno fatto pensando: “Se il presente è questo, quasi quasi ben venga un futuro incerto”. 

E tuttavia, la conclusione dell’articolo che Il Giornale dedica alla vicenda fa un tantino accapponare i denti. “Non è finita qui perché la vulcanica Lady B sta curando in prima persona anche il rinnovamento del logo societario da presentare all’inizio della prossima stagione, con l’addio (un altro) allo stemma ovale per puntare su un cerchio a strisce rossonere e incastonata la dicitura AC Milan. E la mente corre già a un altro addio: al Meazza sostituito da un Milan Stadium di proprietà rossonera”.
Ma benone. Corre proprio, eh, la mente? Vroom.

Sapete, c’è quel problema lì nel calcio. Cioè il fatto che il pallone alla fine è una cosa sentimentale e completamente irragionevole. Che ogni tanto cerchiamo di rendere razionale. Negli ultimi anni il tifo milanista è stato dilaniato da questo problema in tanti modi diversi. Ricordate? La riconoscenza oppure il benservito ai vecchi campioni. L’affare Kakà, nella versione andata e nella versione ritorno, con il milanismo diviso in due fazioni, i sognatori contro i lucidi. E che dire dell’affare-Pato, perbacco, col sentimento a intromettersi (che ironia!) proprio a causa di quella “vulcanica lady” che ora pare decisa a razionalizzare tante cose.
Uno stemma, uno stadio, una via, cosa significano alla fine? Niente. N-i-e-n-t-e.
E cosa significa se una ventina di giovani miliardari che non frequentiamo si distinguono nella loro professione, raggiungendo gli obiettivi meglio di altri miliardari vestiti in modo diverso? Niente. N-i-en… Teh, essendo un po’ dei babbioni, ci sveglieremo un po’ più felici il mattino dopo. Una felicità un po’ meschina, però, perché si basa (anche) sull’infelicità degli altri tifosi. Che brutta roba.
Ma d’altra parte, il calcio è proprio questa cosa qui. Una maglia con certi colori, uno stemma, uno stadio, dei cori, delle vecchie storie da raccontarsi, e magari anche una sede. Specie se era sempre quella, dal 1966.

Una volta la gente andava lì, via Turati, terzo piano, ad abbonarsi. Mica in banca. Quando ero bambino ricordo un ragazzo grande che diceva: “Sono andato in via Turati a far la tessera, e ho trovato Rivera”. Quella cosa mi lasciò stralunato per un bel po’. Uno andava lì, gli aprivano la porta, e c’era il Golden Boy lì seduto, chissà se era lui a consegnare le tessere. Non l’ho mai saputo: la mia prima tessera la feci in una cavolo di agenzia in via Ripamonti. Però questo piccolo mito di via Turati mi è sempre rimasto. Quando i giornali scrivevano “La società di via Turati”, io mi gonfiavo sempre un po’. Oltretutto dava un senso alla via, che nonostante la posizione centrale non ne ha mai avuto moltissimo. Certo, non che stare lì servisse ad aumentare l’amore dei giornali che stavano in zona. La Repubblica, in piazza Cavour, per carità. O Il Giorno, che per anni è stato la tribuna velenosa di Gioann Brera fu Bauscia. Un po’ ci ha voluto bene La Gazzetta dello Sport negli anni del buon Stracandido Cannavò (d’altra parte, le vendite le tenevamo su e parecchio), ma poi quando il presidente Sempreunsignore di quegli altri ha messo i suoi milioni simpàttici, nero su bianco, in via Solferino, stranissimissimamente al giornale color prosciutto si sono visti solo direttori nerazzurri messisi subito ad appoggiare con gran fervore il bravo Guido Rossi.
D’altra parte, cosa ti puoi aspettare da una società che stava in foro Buonaparte, come dire: con chi comanda.

Ora però “Casa Milan” sorge lontano da Turati e dal suo canto dei lavoratori: si trova in via Aldo Rossi.
“La società di via Aldo Rossi”.
Ehm, gente. Come dire?
CHI E’ Aldo Rossi?
(wikipedia, presto)

Aldo Rossi. Architetto. Morto nel 1997. “Uno dei più grande rinnovatori ideologici e plastici dell’architettura contemporanea, con la sua poesia metafisica ed il culto che professò nella stessa misura verso la geometria e la memoria”.
Ohé, ci servirebbe in panchina uno così. Oddio, volendo, certe sostituzioni di Allegri sono pure troppo improntate alla poesia metafisica. Però dai, dice che è stato un innovatore. Ne abbiamo avuti, noi. Vediamo cosa ha costruito.
– 1982 Cimitero di San Cataldo a Modena
(eh, non conosco)
– 1988-91 Hotel Duca di Milano, Milano
(forse lì ci sono entrato) (è quello meno importante dei tre di piazza Repubblica, credo)
– 1990-1993 Club House del Golf Club Cosmopolitan a Tirrenia (Pisa)
(no, lì non ci sono entrato) (per ora) (mai disperare, eh)
– 1997 Centro Commerciale “Terranova”, Olbia
(caspita, ma certo) (bel casermone di quelli ottusi) (deve averlo progettato con il Lego Duplo)
– 1988-90 Monumento a Sandro Pertini, Milano
(…un momento) (state scherzando) (il monumento a Pertini, cioè) (QUESTO) 
Hanno dedicato una via a uno che faceva progetti tristissimi. E il Milan ci va ad abitare.
Ecco, capite che questo è uno di quei momenti in cui non solo essere sentimentali è inevitabile. Ma anche essere scaramantici, ché di progetti discutibili ne abbiamo già visti un po’.

5 Risposte a “E di nuovo cambiamo casa”

  1. E fortuna che ora le tessere le facciamo in banca, che se no ci saremmo ritrovati a farle in un cantiere. Questo mi pare sia al momento via Rossi (ma poi il presidente sarà contento di essere in via Rossi?).

  2. …..la mia prima tessera , 1977-78, regalatami dalla mia Casciavitissima nonna ( andava i trasferta negli anni ’50 ! ), l’ho ritirata al P.A.I.S. di via Giulio Romano e la figata era che ricevevi Forza Milan in abbonamento! La prima volta che sono entrato nella sede di via Turati è stato per ritirare i biglietti per una trasferta delle Brigate ….sono entrato e mi si è palesata la sala dei trofei. Ho deglutito. Mi girava la testa. Erano lì, veri, proprio loro, le coppe…quelle importantissime, ma anche quelle semisconosciute. La mia attenzione è andata subito sulle due Coppe Latina, raccontatemi mille volte da mio papà…E poi il gigantesco trofeo Carranza… e poi mille altre coppette e targhe…Il paese dei balocchi, per un collezionista, storico, feticista di Milan come me. Ma se devo essere sincero…ero già entusiasta anche solo dello zerbino con su il logo della squadra…La mia Milano sta perdendo i tocchi, sempre più ogni mese, ogni anno, scompare qualcosa o qualcuno ….Jannacci, Mazzarella…è la vita…è un processo inarrestabile…ma l’ovale NO! Quello è lì, unica certezza, da 114 anni!!! E’ cambiata la dicitura: prima MFCC ( Milan Football and Cricket Club ) , poi MFC, poi siamo stati perfino AS MILANO …poi di nuovo Milan, ma AC….ma il simbolo del Milan E’ l’ovale metà rossonero e metà con la croce rossa in campo bianco: lo stemma di Milano. Potrei darmi fuoco come un bonzo per una mancanza di rispetto a questo principio indiscutibile. Ma forse sarebbe meglio dare fuoco a chi sta distruggendo il nostro Milan…

  3. …non so se qualcuno ha notato il logo di ieri della ” Fondazione Milan ” ….. L’ovale è già sparito e ha lasciato il posto ad un cerchio tutto rossonero…Rappresentava lo “zero” del numero 10, per i 10 anni della fondazione stessa… Tutta ‘sta roba qui…passi pure….Se si azzardano a toccare il logo ufficiale , a stravolgerlo o, peggio, a eliminarlo, io spero in una vera e propria rivolta, boicottaggio totale, levata di scudi, delirio e finimondo! Lo stesso vale per lo stadio…’sta idiozia di spostarsi a Rho lasciamola alle merde…avremmo la fortuna di un San Siro tutto per noi, come la storia aveva indicato. Lo rimodernino, tolgano il terzo anello, vanno ( quasi) bene perfino tutti i posti a sedere, acquistino e speculino sull’area Trotter, innalzino stucchevoli e inutili ristoranti per ricchi, sale giochi, sale scommesse, boutique del tifo, magari qualche bar con prezzi il triplo di adesso ( tanto la birra me la porto dal LIDL, come quando avevo 14 anni, nella sportina di cellophane…) : ma restino nel SACRO quartiere di SAN SIRO, dove abbiamo scritto la storia: a MILANO !!!

  4. Qualche tempo fa avevo letto questo:

    “Il nuovo luogo è stato studiato dalla stessa Barbara Berlusconi assieme al suo staff e prevede l’addio al classico ovale, per diventare una sorta di pallone simile a quello presente nel marchio della nazionale australiana di soccer. ”

    Il nuovo logo di Casa Milan e quello utilizzato ieri per i 10 anni di Fondazione Milan hanno inquietanti similitudini con il logo della Federazione Australiana…

    http://www.lapresse.it/foto/sport/fondazione-milan-compie-10-anni-il-red-carpet-1.424378?pos=2

    http://www.footballaustralia.com.au/

    Per quanto riguarda San Siro quoto totalmente POTSY.

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